Non è mai troppo tardi per generare una rendita periodica o comunque per far fruttare i soldi. Le opportunità non mancano, tanto sul reddito fisso quanto sul capitale di rischio. L’importante è comporre il portafoglio con strumenti di cui se ne comprendano le dinamiche sottostanti e in linea con il proprio profilo di rischio e orizzonte temporale. A titolo di esempio, ecco 3 BTP per investire i risparmi a 3 o 6 e 9 anni e sfruttare gli attuali rendimenti sui titoli di Stato.
Su questi strumenti la controparte è lo Stato Italiano, che si impegna (quindi mai escludere l’ipotesi peggiore) al rimborso del capitale a scadenza. Inoltre si accolla il pagamento di un interesse fino a scadenza. Di contro, le continue dinamiche dei prezzi di questi strumenti sul MOT ne mutano costantemente i rendimenti. Gli attuali si rivelano relativamente interessanti se confrontati con quelli del recente passato. Malgrado ciò si rivelano spesso inadeguati a proteggere in toto il potere d’acquisto del capitale investito contro l’azione nefasta dell’inflazione.
Quanto rende un BTP a 3 anni?
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Patiamo dalla scadenza più corta tra le 3 da noi considerate, ossia il 3 anni. Il bond con ISIN IT0005454241 scade il 1° agosto 2026 e potrebbe risultare adatto a chi è in cerca di una ricca plusvalenza finale. Il prodotto, infatti, ha cedola nulla (0,00%) quasi fosse uno zero coupon, ma prezza a circa 89,65 centesimi. A questi corsi di mercato il rendimento netto annuo si attesta sul 3,11%. Se invece consideriamo quello netto totale, anche di spese e commissioni, si arriva al 10% tondo.
Ad esempio chi necessita di 10mila € tra 39 mesi ne potrebbe depositare 8.965 oggi sullo strumento e ritirare il montante desiderato a scadenza.
Ecco 3 BTP per investire i risparmi a 3 o 6 e 9 anni e sfruttare gli attuali rendimenti sui titoli di Stato
Aumentando di 3 anni la durata dell’investimento crescono anche i potenziali guadagni. Primo perché è maggiore il tempo dell’investimento, secondo perché i rendimenti aumentano al crescere del tempo.
Il bond con ISIN IT0005495731 scade a metà giugno 2029 e offre una doppia chance di guadagno. Una rimanda alla cedola, il 2,80% lordo annuo (netto: 2,45%). L’altra è legata anch’essa alla quotazione sotto cento, e quindi alla plusvalenza finale. Alle attuali quotazioni sul MOT (94,86 centesimi), l’extra rendimento atteso tra 6 anni si attesta sul 5,41% lordo.
Il BTP con la scadenza più lunga
Vediamo infine un titolo con scadenza residua a 9 anni circa, il BTP con scadenza il 1° giugno 2032 (ISIN IT0005466013). È sicuramente il bond più speculativo dei 3, considerato che ha la scadenza più lontana nel tempo e una cedola striminzita. Il bond paga infatti lo 0,95% lordo annuo, davvero poco se confrontato con quanto offrono i titoli pari durata di recente emissione. Tuttavia, non mancano sul mercato bond che pagano circa il 6% anche sul medio termine.
In compenso ha una quotazione abbondantemente sotto cento che oscilla sui 77 centesimi. A questi valori, il rendimento effettivo netto annuo si attesta quasi al 4%.
In definitiva, per chi cerca una ricca rendita di lungo termine il titolo mal si presta allo scopo. Discorso inverso per chi crede invece che la stagione dei rialzi dei tassi BCE sia al crepuscolo e vuol scommettere sulle dinamiche rialziste dei prezzi. Laddove una simile lettura dei mercati e del relativo trend si rivelassero azzeccati, le gioie potrebbero arrivare ben prima del 2032. Ovviamente si tratta di un’operatività adatta esclusivamente agli investitori con elevata propensione al rischio.