Ecco 2 BTP con cedola sopra il 5% per guadagnare con i titoli di Stato anche nel 2022

inflazione

Solo un paio di giorni fa l’ISTAT ha comunicato che a gennaio l’inflazione è stata pari al 4,8%. Un livello quasi da allarme rosso per i risparmi in forma liquida. Se questi tassi restassero costanti a lungo, le perdite subite da milioni di correntisti (e i risparmi in forma liquida in generale) sarebbero devastanti.

Giusto per avere una minima idea delle conseguenze, è importante sapere quanto valgono dopo 20 anni 10mila euro depositati sul conto o nascosti sotto il materasso.

Quando e perché scegliere di investire in BTP e titoli di Stato?

Partiamo anzitutto ricordando che i titoli di Stato sono solo una delle tante opzioni disponibili sul mercato e su cui investire i risparmi. Una delle due parole “magiche” per gestire un portafoglio, infatti, è diversificazione. Insieme al tempo, consente di ottimizzare il rapporto rischio/investimento del proprio portafoglio.

Vediamo quando preferire maggiormente i titoli di Stato rispetto ad altre asset class. In generale, i bond sono convenienti quando spread e/o inflazione e/o tassi d’interesse sono ai loro massimi di periodo e si prevede possano rientrare da lì a breve.

Infatti quando si verificano queste circostanze, il prestito obbligazionario diventa più oneroso per l’emittente. Cioè lo Stato emittente deve riconoscere maggiori interessi ai risparmiatori, i quali invece si assicurano cedole più ricche.

Oggi solo l’inflazione è alle stelle, mentre cedole e rendimenti sono al lumicino. In definitiva, spesso l’investimento in titoli di Stato consente solo di attenuare le perdite reali, senza alcun guadagno concreto.

Ecco 2 BTP con cedola sopra il 5% per guadagnare con i titoli di Stato anche nel 2022

Tra i vari bond sul mercato, la Redazione di ProiezionidiBorsa oggi ne analizzerà 2 accomunati da 2 elementi:

  • cedola nominala sopra il 5%;
  • una discreta vita residua.

Il primo BTP ha codice ISIN IT0003256820 e cedola nominale al 5,75%. Il Tesoro lo ha emesso il 1° febbraio del 2002 (date stacco cedola: 1° febbraio e 1° agosto) e scadrà alla stessa data del 2033. In pratica ha quasi altri 11 anni di vita residua.

Ieri il titolo ha chiuso a quota a 142 centesimi, per un rendimento effettivo netto annuo pari all’1,357%.

Il secondo bond ha ISIN IT0001444378 e cedola al 6%. Si tratta di un BTP trentennale, emesso il 1° novembre del 1999 e con scadenza al 1° maggio 2031. La durata residua è quindi pari a 9 anni e 3 mesi scarsi.

Al prezzo di chiusura di ieri, 139,86 centesimi, il rendimento effettivo netto annuo è pari a circa l’1,195%.

Attenzione al rischio insito di questi 2 BTP con cedola sopra il 5%

Dunque, le ricche cedole nominali dei 2 bond si scontrano con le rispettive alte quotazioni di mercato (sono altri, infatti, i BTP che scambiano sotto 100). Il grande rischio insito in questi prodotti, infatti, è legato al prezzo di rivendita nel caso in cui non venissero tenuti fino a scadenza. Ricordiamo che a scadenza tutti i titoli di Stato rimborsano il valore nominale di 100, a prescindere dal nostro prezzo di acquisto.

In definitiva, l’operazione potrebbe risultare interessante per il risparmiatore che:

  • ha un’alta propensione al rischio;
  • grande capacità di agire sui mercati finanziari e ne comprende le dinamiche;
  • ha individuato un prezzo di acquisto e, eventualmente, di rivendita del bond. Quest’osservazione vale nel caso in cui l’operazione non venisse portata fino a scadenza o si avesse necessità di rivenderlo anzitempo. In caso contrario, infatti, il rendimento a scadenza di entrambi i bond è comunque positivo.

Approfondimento

Ecco come guadagnare fino all’11% all’anno anche con piccole somme sul conto corrente.

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