Eccezionale questa varietà di mela italiana che rinforza i capelli e abbassa il colesterolo

mela

Se vale sempre il detto che “una mela al giorno leva il medico di torno” questa splendida varietà italiana ci toglierà anche di torno gli esperti di tricologia. Un parolone quest’ultimo che altro non sta a indicare che la scienza che si occupa della perdita dei capelli. Ecco allora che andremo a vedere le virtù di questo frutto come non le abbiamo mai viste finora. Eccezionale questa varietà di mela italiana che rinforza i capelli e abbassa il colesterolo.

Non solo mele dell’arco alpino

Grazie anche alle tambureggianti pubblicità vediamo sempre le infinite e sterminate coltivazioni delle mele del nord Italia. Ma ce n’è una tipicamente campana che fa benissimo sia ai capelli che al colesterolo ed è la cosiddetta mela annurca. Protetta dal marchio IGP chi contraddistingue la qualità riconosciuta dei nostri prodotti in tutto il mondo, questo tipo di mela è forse la regina tra tutte. Tanto che molti la considerano da sola come un vero e proprio integratore fondamentale per il nostro organismo.

Eccezionale questa varietà di mela italiana che rinforza i capelli e abbassa il colesterolo

La mela annurca caratterizzata dal suo colore rosso e giallo è ricchissima di polifenoli, quelle sostanze antiossidanti che rallentano efficacemente l’invecchiamento delle cellule. Sappiamo benissimo che tutte le mele nella buccia e nella polpa contengono nutrienti eccezionali per la salute del cuore e della nostra digestione. Ma nello specifico questo tipo di mela contiene sostanze che:

  • rafforzano e stimolano la crescita del capello, aumentando la cheratina, fondamentale per la salvaguardia della chioma;
  • abbassano il colesterolo cattivo, innalzando invece quello buono con percentuali davvero importanti.

Ma non solo perché essendo ricchissima di vitamina A e C aiuta a rinforzare le difese immunitarie.

Le origini del suo nome

Come spesso accade per questi alimenti dalle qualità riconosciute, c’è un velo di mistero che avvolge l’origine nel loro nome così particolare. Siccome i romani la conoscevano già sembra che la chiamassero “mala orcula” perché coltivata nella zona di Pozzuoli. Qui, vicino al lago di Averno, i romani credevano ci fosse il passaggio per il mondo degli inferi, presidiati proprio dal dio Orco. Nome che poi si è distorto negli anni arrivando fino a quello attuale e definitivo.

Approfondimento

Quei fantastici 3 che regolano la temperatura del corpo e ci fanno sentire meno caldo

Consigliati per te