Nella lunga lettera di Larry Fink agli investitori spunta un paragrafo molto interessante sulla tokenizzazione degli asset. È la rivoluzione che serve?
Siamo di fronte a un momento epocale per quanto riguarda gli equilibri commerciali e la finanza globale, ed è indubbio. Mentre ogni attore protagonista (dai Governi fino alle grandi banche, passando per i fondi d’investimento fino agli investitori e piccoli risparmiatori) tenta di capire come affrontare gli eventi e tutelare patrimoni e futuro, c’è chi guarda oltre e propone l’espansione di un sistema che potrebbe finalmente risolvere tutti i problemi. O quasi. Parliamo della volontà di rendere gli investimenti più democratici attraverso la tokenizzazione di tutti i tipi di asset (azioni, obbligazioni, fondi…) e soprattutto del fatto che già oggi è possibile accedere a questo metodo di investimento.
Vuoi sapere cos’è la tokenizzazione? Lo spiega benissimo Black Rock nella sua lettera agli investitori
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Ad oggi tutto il sistema di scambi finanziari a livello globale è centralizzato, ovvero sottostà a determinate regole, sistemi e infrastrutture, che però presentano ampie limitazioni sia politiche che economiche.
Governments already weighed down by historic deficits cannot rely solely on taxpayers to shoulder the staggering costs of new infrastructure without risking a debt spiral. Markets are eager to step in, says Larry Fink in his Letter to Investors. https://t.co/bP2lq8xH62 pic.twitter.com/jDBXkLanui
— BlackRock (@BlackRock) April 4, 2025
Larry Fink di Black Rock, nella sua lettera agli investitori, fa un esempio molto chiaro: prende in considerazione il sistema SWIFT (Society for Worldwide Interbank Financial Telecommunication), affermando che “funziona più o meno come una staffetta: le banche passano le istruzioni una alla volta, controllando meticolosamente i dettagli a ogni passaggio. Quell’approccio a staffetta aveva senso negli anni ’70, un’era analogica in cui i mercati erano molto più piccoli e le transazioni giornaliere erano molto meno numerose. Ma oggi, affidarsi a SWIFT è come instradare le e-mail tramite l’ufficio postale“.
Un esempio chiarissimo. Secondo Fink un modo per abbattere tutti questi limiti sarebbe quello di decentralizzare la finanza. Ma che cos’è esattamente la tokenizzazione? In pratica un modo che consentirebbe di trasformare ogni asset del mondo in token digitali, negoziabili online, senza praticamente confini istituzionali, geografici, politici e soprattutto eliminando intermediari e “scartoffie” in quanto ogni token sarebbe coniato su una blockchain. I vantaggi di questo sistema sono facilmente intuibili:
Le transazioni che attualmente richiedono giorni verrebbero liquidate in pochi secondi. E miliardi di dollari attualmente immobilizzati dai ritardi di liquidazione potrebbero essere reinvestiti immediatamente nell’economia, generando ulteriore crescita
Spiega benissimo Larry Fink, aggiungendo che un ulteriore vantaggio della tokenizzazione è la possibilità di frazionare gli investimenti, il che li rende più accessibili anche a chi fino ad ora non riesce a superare le barriere dei costi di asset costosissimi, come private equity, bond e immobili privati. E proprio nel comparto immobiliare oggi è possibile investire con questo sistema.
Tokenizzazione immobiliare: l’inizio di una nuova era di investimenti democratici? Come approfittarne
La tecnologia blockchain si sta evolvendo a prescindere dai recenti eventi macro economici e politici. Forse non molti sanno che la tokenizzazione esiste già e offre anche prospettive molto rosee. Secondo un report stilato da Boston Consulting Group, “il mercato della tokenizzazione immobiliare ha raggiunto i 2,7 miliardi di dollari nel 2022 e la sua traiettoria di crescita indica che potrebbe raggiungere i 16.000 miliardi di dollari entro il 2030“.
Ma che cos’è la tokenizzazione immobiliare? Si tratta in sostanza di una tipologia di investimento che, per le sue caratteristiche, è accessibile praticamente a chiunque. Oggi esistono già diverse piattaforme (brikken.com oppure tokeny.com per citarne un paio) dove anche i Retail possono generare ottime rendite. Il funzionamento è semplice:
- una proprietà immobiliare viene tokenizzata dividendola in frazioni e automatizzando il processo operativo tramite smart contract. Ad esempio, su un immobile del valore di 100mila euro si potrebbero creare 100 token da 1000 euro ciascuno;
- a quel punto la proprietà può essere acquistata gradualmente tramite questi token, sia da diversi investitori che da una sola persona, come una sorta di crowdfunding.
- la vendita, avvenuta più velocemente, più facilmente e in modo trasparente, garantisce dunque una liquidità e una rendita quasi immediate, senza vincoli burocratici, senza intermediari e senza lungaggini tecniche.
La tokenizzazione, dunque, esiste già e sembra che vada verso una graduale espansione. Si tratta di un sistema sicuro perché tutti i processi di vendita e proprietà vengono registrati sulla blockchain. I dati sono accessibili a chiunque e praticamente impossibili da manomettere, di conseguenza le transazioni sono altamente affidabili. Di contro, non mancano alcune criticità come ad esempio la mancanza di una regolamentazione precisa e di un sistema di reporting, e su come gestire l’identità dei soggetti coinvolti; inoltre i proprietari di immobili e i potenziali investitori diffidano ancora della tokenizzazione poiché è ancora poco conosciuta. Ma si tratta di criticità che in futuro potrebbero essere facilmente risolte.