C’è un malcelato senso comune per cui i soldi investiti in Borsa si perdono, mentre è “più sicuro” tenerli sul caro conto corrente (c/c). Ma chi l’ha detto?
La Redazione di ProiezionidiBorsa metterà a confronto i due strumenti da gennaio 2020 ad oggi. Giungeremo all’amara verità per cui è scioccante scoprire che 25.000 euro sul conto corrente negli ultimi 16 mesi hanno fatto perdere molti più soldi di un investimento in Borsa.
Quanto valgono 25.000 euro depositati sul conto corrente a gennaio 2020?
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Immaginiamo un deposito in c/c di 25 mila euro a Capodanno 2020. Oggi il saldo nominale registrerebbe due perdite contabili. Anzitutto quella che rimanda all’imposta di bollo per 1 anno e 138 giorni circa, ossia: 34,40 (2020) + 12,74 (anno in corso) = 46,94 euro.
Poi stimiamo un ipotetico costo di tenuta conto di 4 euro al mese (alcuni del tipo tradizionale costano anche più del doppio). Quindi troveremo altri 66,00 euro mancanti (4 euro X 16,5 mesi).
A questi costi contabili dobbiamo aggiungere la perdita del potere d’acquisto a causa dell’inflazione. Stimiamola bassa e pari allo 0,35% per tutto il periodo (nel 2020 è stata negativa per diversi mesi). Quindi avremo all’incirca altri 120 euro di potere d’acquisto perso.
Quindi oggi il saldo contabile sarebbe pari a circa 24.887,06 euro. Mentre quello effettivo lo potremmo stimare pari a 24.767 euro, euro più euro meno.
Ebbene sì, è scioccante scoprire che 25.000 euro sul conto corrente negli ultimi 16 mesi hanno fatto perdere molti più soldi di un investimento in Borsa
A questo punto passiamo a considerare lo storico di un ipotetico investimento in Borsa sempre sullo stesso arco temporale. Il grafico sottostante (fonte: Investing) non ammette tante repliche.
Il FTSE MIB ha aperto le contrattazioni il 2 gennaio 2020 a 23.606 punti mentre stamane in apertura scambia a circa 24.710: +4,70% circa in 1 anno e 138 giorni. Certo, anche in questo caso vanno poi conteggiate inflazione e commissioni all’intermediario finanziario.
Ancora, ci sono altri due elementi da aggiungere.
Primo, volutamente siamo partiti da gennaio 2020 che all’epoca era un periodo di massimo relativo. Due mesi dopo, infatti, c’è stato il 2° peggior tracollo di Borsa del Millennio. Infatti, se fossimo partiti dal 2 gennaio 2019 (18.191 punti), o 2 gennaio 2018 (21.898 punti), o ancora dal 2 gennaio 2017 (19.207 punti) etc. il confronto sarebbe stato ancora più marcato. Ecco perché è scioccante scoprire che 25.000 euro sul conto corrente negli ultimi 16 mesi hanno fatto perdere molti più soldi di un investimento in Borsa.
Secondo, è noto che il FTSE MIB non è tra gli indici più performanti che esistano tra le economie più sviluppate. Quindi una saggia opera di diversificazione avrebbe dato risultati ancora più soddisfacenti.
Gli opportuni distinguo
Ora, nessuno qui sta dicendo che c/c e Borsa siano lo stesso strumento, hanno finalità completamente differenti e ognuno nasce per fare il suo. Non sono minimamente intercambiabili. Il c/c fa il suo, e lo fa benissimo. Le Borse fanno il loro, e anche loro lo fanno benissimo.
Sono invece complementari nella misura in cui il profilo di rischio, gli obiettivi e l’orizzonte temporale lo consentono, tutto qui. Per chi cerca spunti operativi di lungo termine in questa direzione al fine di sfruttare la potenza delle Borse nel tempo, rimandiamo al seguente link. Invece per chi cerca idee d’investimento a breve-medio termine consigliamo il seguente articolo.
Dunque, oggi abbiamo smentito (o almeno in parte) un luogo comune. Ossia è scioccante scoprire che 25.000 euro sul conto corrente negli ultimi 16 mesi hanno fatto perdere molti più soldi di un investimento in Borsa.