Molti piccoli risparmiatori commettono spesso un errore quando si tratta di gestire i propri risparmi. Cioè scelgono dei prodotti finanziari attribuendo loro una funzione diversa rispetto a quella per cui quei prodotti sono stati concepiti. L’ovvio risultato è che quindi i risparmi finiscono in strumenti sbagliati rispetto alle finalità iniziali.
Spieghiamo allora perché è questo l’errore più comune nel gestire 20.000 euro tra conto corrente e conto deposito o libretto e buono fruttifero postale.
Gli strumenti di gestione della liquidità
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Alcuni prodotti nascono fondamentalmente per gestire la liquidità. Cioè anziché tenere i risparmi nascosti sotto il materasso li si deposita in banca o presso Poste Italiane: si pensi al c/c e al libretto postale.
Con il c/c ad esempio si accreditano lo stipendio, i guadagni da lavori extra o le pigioni di un immobile dato in affitto, etc. Parimenti si addebitano le utenze domestiche, il mutuo, le rate dell’acquisto dell’auto, etc.
Più o meno lo stesso può dirsi nel caso del libretto quando dotato di IBAN. Oltretutto il prodotto si chiama libretto “di risparmio” e non “di investimento”.
In sintesi, su questi strumenti è sbagliato detenere liquidità eccedente all’ordinaria necessità.
Il conto deposito e il buono fruttifero postale
Altri prodotti finanziari nascono invece per finalità d’investimento, come nel caso dei conti deposito (CD) e dei buoni postali. Tuttavia, spesso anche per queste soluzioni si assiste a diversi errori di impostazione.
Per chi sceglie il CD la più grande tentazione è quella dell’all-in, ossia di investire in esso tutti i risparmi disponibili. Questo in virtù del fatto che si è garantiti sul capitale fino a 100mila euro di deposito. E che i loro rendimenti sul breve periodo battono quelli della loro concorrenza più diretta.
In questo caso il doppio errore è quello di scambiare il suo essere un parcheggio della liquidità di breve termine, per una soluzione totale e di lungo periodo.
Ecco perché è questo l’errore più comune nel gestire 20.000 euro tra conto corrente e conto deposito o libretto e buono fruttifero postale
Per quanto riguarda i buoni postali, questi soffrono di bassi rendimenti sul breve periodo mentre vanno crescendo nel lungo. Specie nel corso dell’ultima finestra temporale prevista dallo specifico buono: è in questi anni infatti che gli interessi sono maggiori.
È il caso ad esempio del buono 4X4, il “più generoso” dopo il Buono dedicato ai minori.
In teoria, dunque, il risparmiatore che sceglie queste scadenze per avere guadagni più alti “è sicuro” di non aver bisogno di quei soldi per tutto quel tempo. Ma se così fosse, non sarebbe più saggio provare a sfruttare altre forme d’investimento più redditizie a parità di tempo?
Per chi cerca un prodotto a garanzia dello Stato, qui al link abbiamo visto come questo BTP a 16 anni renda più del buono 4X4.
Parimenti si potrebbero diversificare le forme d’investimento e destinare una particina dei risparmi sugli investimenti azionari (qui spieghiamo come fare). Oltretutto più aumenta il periodo dell’investimento azionario e più aumentano le probabilità di successo di una simile scelta.