È questo il peggior conto corrente di settembre 2021 che è bene non avere

conto corrente

Immaginiamo di dover scegliere tra 3 diversi conti correnti. Uno ha un saldo molto vicino allo zero. Il secondo contiene invece solo la giusta quantità di denaro (vedremo più avanti il significato di “giusta”) su tutti i risparmi disponibili. Infine il terzo conto corrente (c/c) trabocca di soldi, nel senso che contiene tutti i risparmi di un ipotetico risparmiatore.

Quale c/c sceglieremmo, sapendo che i risparmi complessivi (liquidità e investimenti) legati al secondo e terzo c/c si eguagliano? Probabilmente sceglieremmo il terzo, eppure è questo il peggior conto corrente di settembre 2021 che è bene non avere.

Il conto corrente privo di liquidità

L’essere umano, per indole, desidera e vuole sempre di più. Preferisce avere due case al posto di una, tre auto invece di due, quattro paia di scarpe invece di tre.

Quindi preferirà avere un c/c più ricco, anziché uno che non fa dormire sonni sereni. I risparmi, infatti, rappresentano una forma di rassicurazione e protezione contro le incertezze del futuro.

Il c/c che trabocca di soldi

Continuando il ragionamento di cui sopra, un c/c con un ricco saldo farebbe la felicità di un ipotetico risparmiatore. Tuttavia, un simile c/c ha un immediato vantaggio ma anche un grande svantaggio.

Il vantaggio è legato al fatto che nel presente è possibile affrontare una spesa imprevista, investire in un’attività, fare un acquisto importante, etc. Lo svantaggio deriva dal fatto che, nel lungo periodo, subirà un “furto” con il nostro stesso consenso.

Il riferimento è alla perdita di potere d’acquisto del denaro nel tempo, senza considerare le spese vive dovute per la tenuta del conto. Infatti, mettendo insieme inflazione, commissioni bancarie e imposta di bollo, il risultato è devastante.

Abbiamo già visto quanto valgono 10.000 sul c/c infruttifero o sotto il materasso dopo 20 anni. Immaginiamo gli stessi risultati su cifre molto più importanti. Si avrebbero perdite notevoli, anche fino a cifre con cui oggi sarebbe possibile acquistare un’auto nuova.

Se nei prossimi anni la crescita economica (cioè il PIL) sarà sostenuta, l’inflazione difficilmente sarà bassa. Quindi, se gli attuali livelli del carovita (circa il 2%) dovessero durare a lungo, non resta che agire subito.

In particolare, ecco come investire sui mercati con i pericoli dell’inflazione, della sopravvalutazione, delle crisi e di un’eventuale forte correzione.

È questo il peggior conto corrente di settembre 2021 che è bene non avere

Dunque, il miglior c/c è quello che amministra i risparmi senza però contenerli tutti in forma liquida. Abbiamo già visto quanti soldi tenere sul c/c a seconda di reddito e stile di vita. Andare oltre certe soglie, infatti, ci espone a perdite gratuite e volute. Facciamo un piccolo esempio.

Ipotizziamo 100.000 euro di risparmi depositati interamente su un c/c per tutto il 2021. Se l’inflazione media annua dovesse risultare pari, ad esempio, all’1,35%, quel c/c registrerebbe una perdita annua di circa 1.500 euro. La cifra contiene sia le spese vive (commissioni e imposta) sia la perdita di potere d’acquisto.

Immaginiamo invece che il titolare di quel conto avesse trattenuto solo 4.950 euro liquidi (per evitare l’imposta di bollo). Mentre avesse opportunamente diversificato il resto dei risparmi. Con un rendimento medio netto annuo ad esempio dell’1,00%, la perdita sarebbe diminuita molto, ma non annullata.

In ogni caso, sarebbe sempre meglio perdere 1 anziché 2, e via così.

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