In questo nostro precedente articolo avevamo già illustrato qual è il miglior conto deposito (CD) per il piccolo risparmiatore. Si tratta di un prodotto molto apprezzato dal mercato specie per la sua facilità di comprensione.
Tuttavia, è questo il grande errore che i risparmiatori commettono con i propri soldi depositati sul conto deposito. Vediamo di quale si tratta.
I vantaggi del conto deposito
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Sintetizziamo i punti di forza dello strumento più graditi dal mercato.
Gli intermediari finanziari che lo propongono spesso non fanno pagare alcun costo di acquisto, gestione, comunicazione con il cliente e rimborso finale.
Le uniche due voci di spesa sono in genere la tassazione sugli interessi attivi e pari al 26%. Ed inoltre l’imposta di bollo, cioè il 2X1.000 sul deposito effettuato. Tuttavia, quest’imposta è proporzionale al periodo di tempo effettivo del deposito.
Un altro elemento di cui beneficia il mercato è poi la concorrenza tra gli operatori di settore. L’industria finanziaria è al riguardo relativamente agguerrita. Lo riprovano le continue promozioni e offerte speciali delle banche, tese ad attrarre a sé i risparmi disponibili.
Infine citiamo la garanzia offerta dal FITD sui depositi fino a 100mila euro. Si tratta di un elemento cruciale per i risparmiatori avversi al rischio e in cerca di garanzie.
I tassi d’interesse, un’arma a doppio taglio
Ma l’elemento clou che più di tutti fa gola al piccolo risparmiatore rimanda direttamente al tasso d’interesse.
Oggi sul mercato c’è penuria di rendimenti: gli interessi sui titoli di Stato sono molto risicati. Anzi, sulle scadenze fino ai 4-5 anni sono addirittura negativi. Anche sui Buoni la musica non cambia: rendimenti sempre positivi ma compressi.
In questo scenario di mercato i CD hanno quindi vita relativamente facile. Ad esempio abbiamo come in alcuni casi particolari arrivano anche fino al 3% di rendimento (qui i dettagli).
In generale, è sulle scadenze a vincolo e a lungo termine che i loro rendimenti sono allettanti. Per cui spesso chi li sottoscrive sceglie queste soluzioni di lungo periodo, quasi si trattasse di uno strumento di accumulo del capitale. Niente di più sbagliato.
Il fattore-tempo
La risposta è quindi qui, il tempo. Infatti è questo il grande errore che i risparmiatori commettono con i propri soldi depositati sul conto deposito.
Cioè pur di accaparrarsi il tasso più alto (essendo il prodotto garantito fino a 100mila), spesso la scelta finale ricade sulle soluzioni a lungo termine. Arrivando così a scambiare quello che è un ottimo strumento di parcheggio della liquidità di breve periodo in una forma d’investimento.
Ora, il CD è un conto che permette di bloccare le somme a rendimenti modesti ma positivi sul breve periodo. Tra tasse e inflazione consente infatti di proteggere bene il potere d’acquisto del proprio capitale.
Ma quando si supera il medio termine (4-5 anni per esempio) allora si corre il rischio di coniugare il prodotto con una durata sbagliata. Specie man mano che aumentano gli anni del vincolo.
Dunque, è questo il grande errore che i risparmiatori commettono con i propri soldi depositati sul conto deposito
Se non si ha la necessità del capitale nel breve-medio periodo, non sarebbe più sensato mettere in piedi strategie di lungo termine più redditizie? Ossia combinare il lungo periodo con i giusti strumenti d’investimento? I quali andrebbero scelti sulla base della diversificazione al fine di garantirsi un congruo rendimento anche in funzione del maggior tempo.
In definitiva, è questo il grande errore che i risparmiatori commettono con i propri soldi depositati sul conto deposito.