Il cambiamento improvviso è difficile da accettare per tutti anche per i più elastici. Non essere pronti all’imprevisto crea un vuoto che spesso non si riesce a saltare. E così si rischia di rimanere fermi nella propria paura e nell’impossibilità di reagire. Quando, poi, il cambiamento è un evento traumatico come il più tragico, la morte, allora potrebbero sorgere difficoltà a livello mentale.
Purtroppo la morte occupa uno dei primissimi posti tra le cause del cosiddetto disturbo da stress post traumatico. Infatti il lutto mette a dura prova la nostra mente perché insieme al dolore per la perdita possono arrivare anche depressione e gravi disturbi d’ansia. Ciò si verifica ancor di più quando la morte arriva in maniera improvvisa, lasciandoci paralizzati, increduli, totalmente sotto shock. Non si ha il tempo di realizzare, di “accettare” quello che sta accadendo, perché accade e basta. Come una tempesta durante una giornata di sole.
Il disturbo post traumatico è una forma di disagio mentale che può giungere, pertanto, dopo esperienze molto traumatiche. A quanto pare è proprio questo vecchio farmaco che aiuterebbe il cervello a pezzi e allevierebbe la paura. In particolare i sintomi di questa condizione sono collegati alla paura, all’ansia e al terrore e al ricordo continuo dell’esperienza traumatica. Secondo alcuni studiosi, per curare questo disturbo si potrebbe ricorrere ad un vecchio farmaco utilizzato per curare il morbo di Parkinson.
È proprio questo vecchio farmaco che aiuterebbe il cervello a pezzi e allevierebbe la paura
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Secondo uno studio riportato dalla Fondazione Veronesi, la levodopa, potrebbe essere efficace nella cura del disturbo post-traumatico. Si tratta della molecola più utilizzata per il trattamento del morbo di Parkinson.
Per curare questo disturbo si utilizza un approccio psicoterapeutico, durante il quale si cerca di far ripercorrere e metabolizzare l’evento e un approccio farmacologico. Quest’ultimo al fine di alleviare gli stati ansiosi mediante la somministrazione di benzodiazepine e/o antidepressivi.
Secondo i ricercatori, per guarire è necessario cambiare l’associazione mentale che porta al disturbo. Questo cambiamento vedrebbe il coinvolgimento di alcuni circuiti cerebrali attivi nei meccanismi del piacere e della ricompensa. In questi meccanismi il principale fattore è la dopamina. Ecco perché l’assunzione di levodopa, trasformata in dopamina, potrebbe diventare la cura a questo disturbo. Inoltre la molecola di levodopa sarebbe in grado di rafforzare la memoria dei ricordi piacevoli, pertanto per ottenere maggiori benefici è necessario abbinarla alla psicoterapia. Naturalmente si tratta di informazioni di massima. La vera conferma e l’eventuale terapia dovrà essere decisa solo ed esclusivamente dal medico curante. Medico curante al quale ci dovremo rivolgere senza esitazione.
Pertanto il consumo di levodopa, unito alla psicoterapia, potrebbe rafforzare i ricordi positivi al punto da renderli in grado di sostituire più facilmente il ricordo negativo.
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