Dire addio ai debiti col Fisco è il sogno di ogni contribuente. Oggi grazie all’attuale Legge di Bilancio si potranno chiudere anche le liti pendenti in ogni stato e grado del giudizio. Ecco come e quando presentare la domanda.
Avere situazioni pendenti nei confronti del Fisco è purtroppo una situazione abbastanza comune, sentirsi una spada di Damocle sulla testa non è certamente piacevole. Purtroppo la situazione economica e l’aumento dei prezzi possono davvero rendere difficoltoso l’adempimento dei propri doveri. L’attuale Legge di Bilancio ha previsto per i contribuenti che vogliono regolarizzare la loro posizione diverse opportunità. Ad esempio lo stralcio dei debiti d’importo residuo fino a 1.000 euro, nonché la definizione agevolata per diverse situazioni.
L’Agenzia delle Entrate pertanto con diversi comunicati, sta fornendo le relative istruzioni. A tal proposito si ricorda la Circolare n.1/E per coloro che vogliono beneficiare della definizione agevolata in ordine agli avvisi bonari ricevuti. Inoltre con l’ultimo comunicato stampa del 2 febbraio, l’Agenzia informa sulle modalità per fruire di tale beneficio anche in ordine alle liti pendenti. In particolare la Legge di Bilancio consente di definire in maniera agevolata le controversie tributarie pendenti in cui è parte l’Agenzia.
È ora di chiudere i debiti col Fisco e con la definizione agevolata trova potrai definire annose questioni
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La Legge di Bilancio all’art.1, commi 186-202 consente ai contribuenti di chiudere le controversie col Fisco pendenti in ogni stato e grado del giudizio. Ciò vale anche per le cause pendenti innanzi alla Corte di Cassazione. In particolare possono essere definite, a domanda di chi ha proposto l’atto introduttivo o è subentrato o ne ha la legittimazione. Basterà pagare un importo pari al valore della controversia. In caso di ricorso pendente in primo grado il giudizio può definirsi col pagamento del 90% del valore della controversia.
Mentre, qualora l’Agenzia delle Entrate sia soccombente le controversie potranno definirsi col pagamento del:
- 40% del valore della controversia con pronuncia di primo grado;
- 15% in caso di soccombenza nella pronuncia di secondo grado;
- 5% le controversie pendenti innanzi alla Corte di Cassazione per le quali l’Agenzia sia stata soccombente in tutti i precedenti gradi di giudizio;
- 15% le controversie relative esclusivamente alle sanzioni non collegate al tributo, se l’Agenzia risulti soccombente nell’ultima pronuncia;
- 40% negli altri casi.
Come presentare la domanda
Col suddetto comunicato stampa l’Agenzia informa che sono pronti i modelli e le istruzioni per coloro che intendono definire le controversie ancora pendenti. La domanda dovrà presentarsi entro il 30 giugno 2023 per ciascuna lite pendente. Inoltre entro il medesimo termine il contribuente dovrà pagare l’intero importo necessario per la definizione. In alternativa, qualora sia stato ammesso al pagamento rateale, dovrà pagare la prima rata.
Entro il 30 giugno, i contribuenti interessati dovranno presentare domanda all’Agenzia delle Entrate, direttamente o tramite soggetti incaricati. In particolare se pendono più controversie, dovrà presentarsi una distinta domanda di definizione per ciascuna controversia tributaria autonoma. In attesa di un servizio ad hoc, è possibile presentare la domanda a mezzo PEC all’indirizzo dell’Ufficio che è parte nel giudizio. Allora cosa aspetti? Adesso È ora di chiudere i debiti col Fisco e dire addio ad annosi problemi.