Quando si pone la necessità che due o più soggetti operino su un unico conto corrente, è preferibile sottoscrivere una delega o cointestare il conto? Quali sono le principali differenze tra queste due soluzioni e come operare la scelta migliore? Nella presente guida i Tecnici di ProiezionidiBorsa illustrano i principali aspetti formali e analizzando le caratteristiche di cointestazione e delega.
Quali soluzioni per operare sullo stesso conto corrente?
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Il signor Mario ha aperto un conto corrente presso un istituto di credito. Per sopraggiunti problemi di salute, egli non può muoversi liberamente per svolgere le operazioni principali sul proprio conto e sta pensando ad una soluzione alternativa.
La signora Elisa e il signor Carlo, invece, sono convolati a nozze e vorrebbero gestire insieme i risparmi familiari. Questi sono alcuni comunissimi esempi di persone che in determinate circostanze di vita possono scegliere di operare congiuntamente ad altri su un conto corrente. Quale soluzione scegliere? È meglio la delega o la cointestazione del conto corrente per tenere i soldi al sicuro? Per capire quale sia la soluzione migliore per ciascuno, è utile conoscere cosa prevede la normativa tributaria a proposito delle due differenti formule.
Che differenza c’è tra delega sul conto corrente e conto cointestato
È meglio la delega o la cointestazione del conto corrente per tenere i soldi al sicuro? Quando si parla di conto corrente cointestato, si fa riferimento ad un contratto che definisce due o più soggetti titolari del medesimo conto. Questo significa che ciascun intestatario è creditore e debitore in solido del saldo sul conto corrente come specifica l’art. 1854 del codice civile. Il conto corrente cointestato può essere a firma congiunta o disgiunta. Nel primo caso, nessuno dei contitolari può operare sul conto senza che anche l’altro acconsenta a firmare per l’operazione. Tale vincolo non sussiste con la firma disgiunta.
Nella generalità dei casi, per il conto cointestato si suppone che le somme ivi presenti siano parimenti di proprietà dell’uno e dell’altro titolare. Questo potrebbe accadere anche nel caso in cui sia un solo soggetto a versare le somme. Tuttavia, come specifichiamo in un articolo precedente, perché tale condizione sia ammissibile, deve essere presente l’animus donandi. Nell’articolo “I soldi depositati sul conto corrente cointestato equivalgono a donazione?” abbiamo spiegato di cosa si tratta.
La delega
Differente scenario è quello che si dipinge in presenza di una delega sul conto corrente. In questo caso, il titolare del conto corrente resta sempre un unico soggetto. Il delegato rappresenta esclusivamente quella persona designata dal delegante a compiere alcune specifiche operazioni.
Questo significa che la titolarità dei depositi resta invariata e non subisce modifiche quando subentra un delegato. Chi ha la delega, infatti, non può compiere atti di straordinaria amministrazione come ad esempio la chiusura del conto corrente. Pertanto, la delega non costituisce in alcun modo una donazione dei depositi sul conto al delegato. Semplicemente egli si configura come un soggetto che può compiere specifiche e limitate operazioni nell’interesse del titolare del conto corrente. Si tratta dunque di una operatività assai circoscritta sul conto stesso. Inoltre, in caso di debiti o crediti, chi ha la delega non risponde in alcun modo degli stessi.
Fatte queste precisazioni dunque, è meglio la delega o la cointestazione del conto corrente per tenere i soldi al sicuro? Sicuramente entrambe le soluzioni hanno vantaggi e svantaggi che ciascun risparmiatore deve valutare in base alle proprie necessità. Queste indicazioni possono tuttavia servire a comprendere quali siano le fondamentali differenze tra l’una e l’altra formula.
Approfondimento
Il genitore che versa soldi sul conto corrente cointestato con un figlio fa una donazione?