È in questo settore che i miliardari hanno puntato e guarda caso partono investimenti da record nel pieno della guerra dei Dazi

È in questo settore che i miliardari hanno puntato e guarda caso partono investimenti da record nel pieno della guerra dei Dazi

Non solo Warren Buffet: anche altri miliardari (persino italiani) stanno scommettendo sull’healtcare, un comparto di investimento di cui, forse, si parla troppo poco.

Numerose notizie recenti, se messe insieme, ci fanno capire che oltre alla cortina fumogena dei dazi qualcosa si sta muovendo: le società farmaceutiche hanno avviato ingenti investimenti e anche strategie per accaparrarsi ancora più fette di mercato, guadagnare e crescere sempre di più. Proprio come per il settore dell’IA, infatti, le politiche tariffarie non sembrano incidere più di tanto sul raggiungimento degli obiettivi, talvolta anche molto ambiziosi. In particolare, oggi parliamo delle recenti mosse di Amgen, Novartis, Sanofi, Roche e altre note case farmaceutiche o aziende specializzate in biotecnologie, prodotti per il benessere e la fertilità e in innovazione e ricerca scientifica.

Perché è arrivato il momento di investire nelle Case Farmaceutiche, in crescita di controtendenza ai Mercati deboli

Perché è arrivato il momento di investire nelle Case Farmaceutiche, in crescita di controtendenza ai Mercati deboli

Per evitare i Dazi, ma non solo: alcune grandi società del comparto farmaceutico stanno muovendo grandi ingenti quantità di denaro verso o negli Stati Uniti, e ciò potrebbe significare che presto le loro azioni varranno come l’oro.

  • Ad esempio, venerdì scorso Amgen (BIT: 1AMGN), colosso in biotecnologie, ha annunciato un’espansione dei suoi stabilimenti in Ohio, con investimenti vicini al miliardo di dollari. Lo scopo è aumentare la produzione senza risentire dei possibili Dazi. L’espansione porterà negli States più di 1,5 miliardi di dollari e centinaia di nuovi posti di lavoro. Amgen ha annunciato anche di voler investire circa 1 miliardo di dollari nella Carolina del Nord, e possiede stabilimenti già attivi anche in Massachusetts, Rhode Island, California e Porto Rico, Singapore e persino Irlanda e Paesi Bassi.
  • Passiamo poi a Novartis AG (SWX: NOVN), la nota multinazionale svizzera. Di recente, ha annunciato investimenti per 23 miliardi di dollari (quasi la metà dei suoi ricavi) negli States, con l’obiettivo di costruire altri impianti produttivi e siti per la ricerca e sviluppo. Novartis potrà così produrre interamente negli USA il 100% dei principali farmaci venduti negli Stati Uniti. Un ulteriore miliardo di franchi sarà destinato a un centro di ricerca e innovazione per la biomedicina a San Diego. Questa operazione porterà migliaia di nuovi posti di lavoro, anche nei comparti correlati come la logistica e la distribuzione. Dopo l’annuncio, il titolo ha fatto un rally in Borsa.
  • Infine, come ha riportato il Financial Times martedì scorso, Hoffmann-La Roche (SWX: ROG) ha annunciato investimenti per 50 miliardi di dollari negli States, così come Eli Lilly and Company (BIT: 1LLY) e Johnson & Johnson (BIT: 1JNJ). All’appello, sempre secondo il Financial Times, manca solo Sanofi.

Il “ricatto” delle Case farmaceutiche alla UE

Il "ricatto" delle Case farmaceutiche alla UE

Le strategie delle Case Farmaceutiche si espandono oltre alla protezione dai dazi, e “pungolano” l’Europa. Di recente, alcuni colossi dell’healtcare si sono riuniti e hanno deciso di chiedere all’Europa di aumentare i prezzi dei farmaci, per non ledere la competitività con gli Stati Uniti. Secondo il parere degli Ad di Novartis e Sanofi, infatti

Nel nuovo contesto globale, il modello farmaceutico europeo, basato sulla produzione in Europa e sulle esportazioni verso gli Stati Uniti, non è più sostenibile

È seguito poi un invito a Bruxelles a rafforzare il suo mercato interno e a sbloccare la tabella di prezzi di riferimento soprattutto per quanto riguarda i farmaci innovativi o antitumorali, per cui la richiesta sta aumentando molto. Quasi contemporaneamente, Trump ha annunciato che sta valutando la possibilità di collegare i prezzi dei farmaci negli Stati Uniti a quelli degli altri paesi sviluppati, che sono generalmente più bassi. L’Europa, dunque, dovrà rispondere a queste richieste e non è difficile immaginare che farà di tutto pur di non perdere anche questo settore, potenzialmente molto proficuo. I giochi di forza, in conclusione, fanno presagire una crescita molto interessante per i Colossi farmaceutici e di conseguenza un potenziale investimento fruttuoso per ampliare il portafoglio.

Le informazioni riportate in questo articolo sono a scopo divulgativo e non devono essere intese come raccomandazioni o suggerimenti d’investimento. I dati sono ottenuti da fonti considerate affidabili. Tuttavia, la loro accuratezza, completezza o affidabilità non possono essere garantite.