Nonostante le azioni Esprinet, come vedremo, siano molto sottovalutate, i segnali che arrivano dall’analisi grafica non sono dei più incoraggianti. È il momento di scappare da queste azioni? Per rispondere a questa domanda siamo andati ad analizzare sia il time frame giornaliero che quello settimanale.
È il momento di scappare da queste azioni? Le indicazioni dell’analisi grafica
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Il titolo azionario Esprinet (MIL:PRT) ha chiuso la seduta del 17 febbraio a quota 7,40 euro, in ribasso dell’1,14% rispetto alla seduta precedente.
Come si vede dai grafici, sia sul time frame giornaliero che su quello settimanale la situazione è molto incerta. Per cercare di ridurre al minimo il rumore dei grafici, andiamo a considerare il solo time frame settimanale.
Da questo time frame arrivano due indicazioni contrastanti. Da un lato sembrerebbe si sia formato o si stia formando un doppio massimo in area 7,90 €. Dall’altro il supporto in area 7,36,9 € sta tenendo molto bene agli assalti dei ribassisti che vanno ormai avanti da molte settimane. La mancata tenuta di questo livello, quindi, potrebbe favorire un’accelerazione ribassista. Viceversa, i rialzisti potrebbero finalmente prendere il sopravvento nel caso di una chiusura settimanale superiore a 7,906 €. In questo caso le quotazioni di Esprinet potrebbero dirigersi verso gli obiettivi indicati sul grafico settimanale.
Time frame giornaliero
Time frame settimanale
La valutazione secondo i multipli di mercato
Qualunque sia l’indicatore utilizzato, il titolo Esprinet risulta essere fortemente sottovalutato. Ad esempio, il suo rapporto tra prezzo e utili è pari a 9,4x da confrontare con il 40,2x medio del settore di riferimento.
Il titolo ha un livello di valutazione molto basso, con un valore aziendale stimato in 0,08 volte il suo fatturato. Un valore pari a un decimo rispetto a quello medio dei suoi competitors e tra i più bassi di Piazza Affari. Analoga forte sottovalutazione si ottiene andando a considerare il Price to Book ratio.
Secondo il fair value (calcolato con il metodo del discounted cash flow), poi, la sottovalutazione è di circa il 31%.
Secondo gli analisti, poi, il prezzo obiettivo medio esprime una sottovalutazione di circa l’85%. È anche interessante osservare come la dispersione tra le raccomandazioni dei diversi analisti sia pari a circa il 2%. Ciò vuol dire che c’è convergenza di visione tra chi si occupa del titolo.
Infine, di particolare interesse è il rendimento del dividendo. Allo stato attuale il rendimento del dividendo sarebbe pari circa al 7% e visto dagli analisti stabile nei prossimi anni.
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