La Confederazione Generale Italiana dell’Artigianato (CGIA), analizzando i dati del Ministero dell’Economia e delle Finanze, ha stilato la classifica dei comuni più ricchi d’Italia. Una classifica redatta sulla base delle dichiarazioni dei redditi ai fini IRPEF, del 2021. Al primo posto, ecco Lajatico, vicino Pisa, con un reddito medio di 54708 euro. All’ultimo, Cavargna, in Lombardia, con 6394. Un dato, però, non esattamente corretto, tanto che l’ultima posizione sarebbe da assegnare a un comune famoso per il suo straordinario formaggio.
Le statistiche sono fatte, molte volte, per far discutere. Se è vero che i numeri non mentono mai, è altrettanto vero che non bisogna prenderli sempre come fossero oro colato. è il caso, per esempio, dell’ultima classifica stilata dal Cgia che ha dichiarato come Lajatico, il paese dove risiede Andrea Bocelli, sia il comune più ricco d’Italia. Ovviamente, questi tipi di graduatorie sono da prendere con le pinze. Infatti, contengono, al loro interno, tanti se e tanti ma.
Per esempio, all’ultimo posto troviamo Cavargna, un piccolo paese lombardo, appartenente alla provincia di Como, vicinissimo al confine svizzero. Ecco, gli abitanti di questo piccolo borgo sono 58, ma il dato si riferisce ai 40 contribuenti, che hanno un reddito medio di 6394. Tuttavia, la situazione non è proprio questa. Infatti, molti dei cittadini sono dei frontalieri e lavorano in Svizzera. Di conseguenza, pagano le tasse alla confederazione elvetica.
Siamo quindi di fronte a un dato non propriamente veritiero, che porterebbe all’ultimo posto un altro paese. Il borgo più povero d’Italia sarebbe Castelmagno, in Piemonte. Ma come? Non è il paese in cui si produce uno dei formaggi più costosi del nostro territorio? Ebbene sì.
Castelmagno, povero di reddito, ricco di gusto
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Un formaggio delizioso, per palati fini, con un costo che oscilla tra i 60 e i 75 euro al chilogrammo. Non proprio a buon mercato, se consideriamo la provenienza. Una sorta di paradosso inspiegabile. Se non ché, il Castelmagno prende il nome dalla cittadina in cui fu prodotto la prima volta, ma è attualmente preparato in altri due comuni della provincia di Cuneo, ovvero Pradleves e Monterosso Grana.
È un formaggio a pasta semidura con crosta color ocra, che presenta delle inconfondibili venature date dall’erborinatura. Ha un sapore davvero particolare. Per alcuni assomiglia a quello del gorgonzola, almeno nel retrogusto, per altri è dolciastro inizialmente, per poi far risaltare le erbe aromatiche montane, consumate dalle mucche al pascolo.
È il comune più povero d’Italia, ma produce un formaggio davvero straordinario
È ricco di proteine, di vitamina B e di sali minerali, tra cui, soprattutto, potassio e fosforo. Certo, presenta anche un elevato contenuto di sale e di grassi e questo fa sì che debba essere consumato con moderazione.
La sua storia pare che cominci addirittura nel Medioevo, quando venne utilizzato come merce di scambio per pagare un tributo al marchese di Saluzzo.
Oggi, Castelmagno è un borgo di 58 abitanti, che domina, dall’alto dei suoi 1140 metri la Valle Grana, in provincia di Cuneo. Il suo monumento principale è il santuario dedicato a San Magno martire che si trova a più di 600 metri sopra il paese. È un complesso che offre ai suoi visitatori anche possibilità di alloggio, oltre a poter assaggiare il suo prodotto principale, quel formaggio che ha reso famoso in tutta Italia, e non solo, questa ridente località che è punto di appoggio importante per arrivare ai 2500 metri del Colle Fauniera.
È il comune più povero d’Italia, dunque, ma produce una delle eccellenze casearie del nostro territorio. Castelmagno povero di reddito, ma ricco di gusto.