Il Paese baciato dal sole e dalla storia millenaria sembra che abbia smesso d’incantare. È stato la culla della cultura e dell’arte, di letterati, di Santi e Papi. Per millenni è stato il cuore pulsante del Vecchio Mondo, la culla del Mediterraneo.
Insomma, il “made in Italy” sarà pure un’espressione moderna, ma il fascino legato alla nostra terra è vecchio almeno quanto la sua storia. Malgrado ciò, oggi è bella ma non balla o è una ruota quadrata questa Italia che non gira più come dovrebbe? Vediamo di capirne di più.
Il rapporto del Censis
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Solo ai primi di dicembre è stato reso noto il 54° rapporto del Censis in merito allo stato di salute del Belpaese. Nel rapporto, si afferma testualmente: “il sistema-Italia è una ruota quadrata che non gira. Avanza a fatica, suddividendo ogni rotazione in quattro unità, con un disumano sforzo per ogni quarto di giro compiuto, tra pesanti tonfi e tentennamenti”.
Insomma, il quadro è a dir poco impietoso, ma che nei fatti rispecchia semplicemente il sentimento della gente comune. Quasi metà degli intervistati (44,8%) è infatti convinto che dalla pandemia ne usciremo peggiori di prima, mentre è ottimista solo 1 cittadino su 5. Si è negativi su molti fronti: ripresa economica, DaD, occupazione, trasporti pubblici, divario ricchi-poveri.
Il Global Competitiveness Report
Quasi a dare adito alle prime stime del Censis di 2 settimane fa, è appena uscito il rapporto del World Economic Forum (WEF). Il suo Global Competitiveness Report mette a nudo come l’Italia sia attualmente indietro nella sua capacità di resilienza e di ripresa economica. Usando le stesse parole del rapporto, “l’Italia è indietro in 9 delle 11 priorità identificate”. Per usare una metafora scolastica, è come se uno studente, su 11 materie studiate, avesse insufficienze in 9 di esse.
Le principali criticità della Penisola portano innanzitutto il nome di carenti investimenti in R&S. Ma altrettanto lacunoso è il grado di innovazione del Paese, il livello della formazione ed inclusione sociale (che danno vita poi ai c.d. gap sociali). Infine, altrettanto deludente è l’attuale regime fiscale che, a detta del WEF, dovrebbe divenire più progressivo.
Eppure il Covid c’è stato in ogni Paese
Sempre secondo il documento in esame, dagli effetti nefasti della pandemia nessuno Stato ne esce indenne. Tuttavia, dallo stesso report si evince come abbiano meglio reagito quegli Stati dotati di economie fortemente digitalizzate. Oppure con solidi sistemi sanitari e robuste impalcature di wefare state.
Guarda caso, tra le economie che meglio hanno risposto allo shock da Covid, troviamo i Paesi scandinavi, l’Olanda, la Svizzera e la Nuova Zelanda. Mentre l’Italia, con un misero punteggio di 51,9 su 100, occupa gli ultimi posti tra gli Stati più industrializzati.
Anche le economie più direttamente a noi concorrenti, come Spagna e Portogallo hanno fatto meglio: rispettivamente, 56,5 e 56,1. Mentre Francia e Germania possono vantare ranking migliori, pari a punteggi di 62,7 e 62,9.
È bella ma non balla o è una ruota quadrata questa Italia che non gira?
Nel 2021 la grande sfida dell’Italia prende il nome di Next Generation UE. Quasi sicuramente, con l’avvio del nuovo anno, arriverà la prima tranche dei nuovi aiuti.
L’Esecutivo e il sistema-Paese nel suo insieme sarà in grado di trarne vantaggio? O sarà l’ennesima occasione sprecata, la nuova delusione del popolo italiano? Il Paese intero si augura invece che questa sia la volta buona per imboccare la strada giusta.
Certo le prime schermaglie politiche degli ultimi giorni di certo non suonano come un buon viatico. Da un lato, infatti, stanno mettendo a nudo alcune criticità d’impostazione sui programmi che si vorranno attuare. Dall’altro, invece, iniziano a salire i timori tra la popolazione in merito alle reali capacità non tanto di spesa quanto di buon impiego delle risorse. Staremo a vedere.
Nel frattempo ci chiediamo, la nostra Penisola è bella ma non balla, o è una ruota quadrata, questa Italia che non gira più come i suoi competitors più diretti?