È arrivata finalmente Quota 102: ma conviene veramente?

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Dopo Quota 100 è arrivata finalmente Quota 102 e il problema delle pensioni come sempre è un tasto dolente nel nostro Paese: ma conviene veramente?

In Italia, la corsa alla pensione è sempre stata una costante, dalle pensioni baby, alle pensioni anticipate e di annata. Come sempre il comparto pensionistico è quello che nel bilancio statale desta le più forti preoccupazioni, ma le politiche per il contenimento di queste spese non pagano dal punto di vista elettorale.

Quindi gli elettori nazionali, in particolar modo quelli del settore pubblico, sono sempre stati abituati ad avere un “contentino”, per quanto riguarda le opzioni pensionistiche.

La legge Fornero del dicembre 2011, istituita con un decreto Legge, è stata fatta da un Governo tecnico a guida Mario Monti. Un uomo ben voluto dall’establishment finanziario Europeo, per risolvere i problemi del debito italiano.

Questa legge, fortemente voluta dall’Europa, ha istituito il così detto “scalone”, ovvero pensione a 67 anni compiuti, con almeno 20 anni di contributi. E quella di anzianità con 43 anni di contributi per gli uomini e 42 anni per le donne.

Per mettere un freno a questo scalone si è provveduto prima a creare l’APE sociale e poi siamo passati a Quota 100.

Problema: Quota 100 costa veramente troppo allo Stato, e con un bilancio deficitario vi è il problema di dove e come recuperare le risorse.

Siamo quindi passati a Quota 102, con la possibilità di andare in pensione con 38 anni di contributi e 64 anni di età.

È arrivata finalmente Quota 102: ma conviene veramente?

In considerazione che questi futuri pensionati avranno la pensione liquidata con il sistema “misto”, ossia quota A col metodo reddituale e quota B con quello contributivo, per simulare l’ipotetica pensione futura si deve considerare la quota A come una costante uguale per tutti.

Sicuramente Quota 100 era molto più vantaggiosa per i pensionati.

Chi sceglierà Quota 102 vedrà il proprio montante contributivo trasformato con il coefficiente tecnico in vigore per il periodo 2021-2022 del 5,060%, chi aspetterà il 67° anno di età avrà quello del 5,575%, una differenza del 0,515%.

Questa può sembrare una piccola percentuale, ma su un montante contributivo di € 250.000,00 corrisponde a € 1.287,50.

Quindi chi sceglierà Quota 102 rispetto alla uscita a 67 anni, a parità di contributi, solo sulla quota B, avrà una riduzione di €1.287,50. Importo che corrisponde a minor pensione mensile su base 13 di € 99,00 e non è poco.

Soltanto i nati nell’anno 1958 potranno avere questa possibilità di uscita, rispetto a chi è nato dopo.

Chi è nato prima del 1958, e sceglierà il pensionamento con Quota 102 avrà una riduzione minore in base al coefficiente relativo all’età.

Insomma, in conclusione, è arrivata finalmente Quota 102: ma conviene veramente?

Col sistema contributivo anticipare la pensione ha sempre un costo e questo “costo pensionistico” deve essere attentamente valutato.

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