È proprio vero che i malviventi non rispettano le famose zone colorate. Se pensavamo che le restrizioni della pandemia potessero fermare la delinquenza, ci siamo sbagliati alla grande. Anzi, sembra che l’ingegno dei malviventi funzioni meglio quando la società è in crisi. Attenzione a queste due incredibili truffe che i malviventi stanno attuando quando siamo fermi ai semafori, approfittando della nostra disattenzione. Una è una rivisitazione degli anni passati, la seconda, invece, è tremendamente attuale e legata ai social.
La truffa delle fotografie presa dal web
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Due incredibili truffe che i malviventi stanno attuando quando siamo fermi ai semafori, la prima delle quali rivolta soprattutto agli anziani. Se non fosse un’azione criminosa, potrebbe veramente valere un premio alla fantasia. Cosa accade dunque mentre siamo in attesa del verde e magari dediti ai nostri pensieri? Succede che ci si avvicina al finestrino un ragazzo o una ragazza che ci dicono essere amici dei nostri figli.
L’azione non è casuale, ma frutto magari di ore di appostamenti. I delinquenti, seguendoci per giorni, sono riusciti a capire dove abitiamo e come ci chiamiamo. Navigando sul web, sono riusciti a trovare i nostri profili e quelli dei nostri cari. Si sono impossessati di alcune fotografie e, con degli abili fotomontaggi, ci mostrano la loro foto assieme a quella dei nostri figli. E, ci spiegano che in virtù di questa amicizia, stanno raccogliendo fondi per particolari associazioni o azioni benefiche. L’unica cosa da fare è mantenere la calma e dire loro che stiamo chiamando le forze dell’ordine per avere maggiori informazioni.
La truffa rivisitata corretta dell’orologio
La seconda truffa di queste ultime settimane è una rivisitazione applicata furbescamente al momento che stiamo attraversando. È la vecchia truffa dell’orologio contro lo specchietto della nostra macchina, ma applicata in bicicletta, mentre siamo fermi ai semafori. Dato che girare in bicicletta è possibile anche nelle zone rosse, i malviventi si accostano alla nostra auto, al momento della partenza. Approfittando magari del fatto che non siamo propriamente all’interno della carreggiata, urtano il loro orologio contro il nostro mezzo. Simulando così un finto incidente, ci invitano ad accostare, minacciando loro stessi di chiamare le forze dell’ordine, per chiedere un risarcimento. Non abbocchiamo assolutamente, ma anche in questo caso, con incredibile tranquillità, dichiariamo noi stessi di voler chiamare le autorità competenti per far luce sull’accaduto.
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