Ieri il Consiglio Europeo straordinario per la decisione su ulteriori sanzioni ai danni della Russia. E, diciamolo, di riflesso per l’Europa. Dovevano essere molte di più e più aspre. Ma l’Unione non ha la forza di riuscire a rimpiazzare in tempi rapidi tutto quanto è legato ai rapporti commerciali con la Russia in termini di materie prime.
Il petrolio
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Quel che è certo, è che ci sarà un taglio all’arrivo di petrolio via mare. Una riduzione stimata intorno al 90% del traffico del greggio su nave. Rimangono attivi invece gli oleodotti. Sebbene sia chiaro che «la Russia non deve vincere la guerra», non si può certo dimenticare tutto quanto deriva e può derivare per il nostro Paese. Così, oltre il proclama, Draghi modera i toni perché sa bene i fatti di casa sua. E cioè che per il prossimo inverno non riusciremmo a fare a meno del gas russo. Infatti, nonostante la cerca in giro per il Mondo, i conti non tornano. Sommando i quantitativi che riusciamo a strappare ai vari Paesi interpellati, comunque non arriveremmo a coprire quel 40% circa che ci arriva dalla Russia.
Draghi modera i toni verso la Russia, cerca la Pace e tifa Ucraina ma il rischio carestia fa tremare Montecitorio
A parte la questione energetica, che non è di poco conto, nei giorni scorsi una nota testata giornalistica avrebbe riferito un dato allarmante. Pare l’Intelligence abbia lanciato l’avviso e cioè che la carestia potrebbe scatenare l’arrivo di un’ondata migratoria senza precedenti. Sembrerebbe che almeno 400mila siano già pronti a partire. E Draghi non può non tener conto di tale previsione.
Le parole del premier italiano
«È essenziale che Putin non vinca questa guerra. – dice Draghi – Allo stesso tempo dobbiamo chiederci se può essere utile parlargli. Sono scettico sull’utilità di queste telefonate, ma ci sono ragioni per farle». Non dimentichiamo infatti che qualche giorno fa Draghi ha preso l’iniziativa di telefonare al Cremlino e Putin ha assicurato di non interrompere la fornitura di gas verso l’Italia. Intanto Draghi prosegue: «deve essere l’Ucraina a decidere che pace vuole. Se l’Ucraina non è d’accordo sui termini, la pace non può essere sostenibile». E poi la stoccata sulla carestia che è un rischio reale per le sue conseguenze, come già anticipato da fonti d’Intelligence.
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