Il premier Mario Draghi non tergiversa. In giornate complicatissime in cui la minaccia di un conflitto non molto lontano da noi, crea di per sé una base di tensione e apprensione in tutti. E in primis nei vertici istituzionali. A questo si aggiungono le malefatte della maggioranza. In sostanza nelle ultime ore non ci sarebbe stato il consenso intorno a ben 4 emendamenti. E il placet sarebbe mancato su argomenti importanti: l’Ilva, la sperimentazione sugli animali, le graduatorie per la scuola e il tetto dei contanti.
Il richiamo del Capo
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Draghi tra un viaggio e l’altro, si sente richiamato dal Colle che avrebbe annusato la malora al punto da chiedere spiegazioni. O meglio quel che si sono detti il premier Draghi e il capo di Stato Sergio Mattarella non è noto. Di fatto però il Presidente del Consiglio ha convocato i capidelegazione di maggioranza per una tirata d’orecchie. Il messaggio è chiaro e fermo: senza voti e senza l’appoggio della maggioranza è difficile se non impossibile avanzare con l’agenda del da farsi.
Draghi bacchetta i suoi, grande attesa per il Consiglio dei Ministri sul caro bollette
Nello specifico le marachelle della maggioranza si riscontrano rispetto ad alcuni emendamenti (del Decreto Milleproroghe. Di cosa si tratta? Parliamo di un provvedimento che viene deciso con la Legge di Bilancio e comporta la proroga di alcune misure. In sostanza è una sorta di calderone in cui confluiscono tutte quelle materie che rimangono in sospeso e per le quali è importante decidere entro una scadenza spostata in avanti. Tra i punti del Milleproroghe 2022 rientrano: gli aiuti alle imprese e la cassa integrazione per le imprese strategiche, la proroga delle assunzioni nella Pubblica amministrazione, la cessione del credito. E ancora la proroga per scuola e medicina. Insomma un bel malloppo su cui è necessario prendere decisioni. Anche perché il Presidente della Repubblica ha spronato sin dal suo insediamento ad andare avanti con il da farsi.
Il caro bollette
Nel frattempo è attesissimo il Consiglio dei Ministri in cui si deciderà con molta probabilità sul caro bollette. Pare ci sia sul tavolo una sommetta che va dai 4 ai 7 miliardi. Bisogna capire, se confermata, in che modo la cifra può aiutare famiglie e imprese. Altra decisione molto attesa è la possibilità del ripristino della cessione del credito. Anche qui si attende di comprenderne le modalità di fruizione. Ed è augurabile perché se è vero che ci sono stati i furbetti dell’edilizia, sono tante le famiglie che hanno avanzato richiesta rispettando tempi e modi per poter rendere più sicura ed efficiente la propria dimora. Non la quinta casa, ma l’unico appartamento acquistato con sacrifici. Sullo sfondo la minaccia, che in realtà ci appare molto remota, di una crisi di maggioranza. Ed è anche per questo che Draghi bacchetta i suoi ed è quindi grande attesa per il Consiglio dei Ministri sul caro bollette. Perché come ricorda il premier, lui è stato scelto per «le cose da fare». La campagna elettorale 2023 dei partiti, forse sarebbe meglio lasciarla fuori. Almeno per adesso.