Mentre Mario Draghi parla al Senato di riarmo europeo, Oltreoceano aumentano i rumors su una pace economica tra Usa e Russia.
I Mercati globali stanno risentendo ampiamente delle svolte geopolitiche in atto, e sembra che le montagne russe siano ancora destinate a permanere a lungo. Ma mentre in Europa si pensa a costruire carri armati invece che auto, in America si ipotizza un rallentamento delle sanzioni verso la Russia, e così i trader stanno provando crescente interesse verso i potenziali grandi affari dati dagli asset russi.
“La nostra sicurezza è oggi messa in dubbio dal cambiamento nella politica estera del nostro maggior alleato rispetto alla Russia che, con l’invasione dell’Ucraina, ha dimostrato di essere una minaccia concreta per l’Unione Europea“, ha affermato Mario Draghi all’apertura del suo attesissimo discorso al Senato. Ha poi ricordato, tra le altre cose, che i Dazi americani “avranno un forte impatto sulle imprese italiane ed europee”. Una situazione, quella europea, davvero difficile su tutti i fronti, e che necessita di interventi urgenti su settori fondamentali come energia, difesa e tecnologia, come ricorda l’ex banchiere. Nel mentre, però, giungono notizie del tutto differenti circa le intenzioni di Trump verso i Mercati russi.
È il caso di guardare nuovamente agli asset russi? Su cosa puntare anche se le sanzioni non dovessero ammorbidirsi
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Una recente analisi stilata dal Financial Times rivela che la guerra economica tra Usa e Russia potrebbe terminare a breve. Il sentiment è che Trump “potrebbe in parte sbloccare le sanzioni occidentali contro Mosca e di conseguenza indirizzare verso la Russia un’ondata di capitali“.
Dichiarazioni e ipotesi molto interessanti, anche grazie alla crescita del rublo (salito di quasi un terzo rispetto al dollaro quest’anno) che hanno innescato una “corsa ai Mercati della Russia”. Sempre secondo il Financial Time, infatti, “diversi hedge fund e broker stanno studiando come negoziare sui titoli di Stato russi, sul rublo e su asset russi” che potrebbero regalare immense rendite proprio in seguito ai nuovi accordi commerciali. Come sappiamo, al momento è praticamente impossibile per gli investitori occidentali accedere alle trattazioni con i principali titoli, sebbene vi sia un sistema che aggira almeno in parte proprio il fattore sanzioni.
Parliamo più nello specifico di alcune banche e broker che “offrono scommesse sui movimenti del rublo che vengono regolati in dollari, in modo che gli investitori possano evitare l’esposizione diretta al Paese. Questi cosiddetti non-deliverable forwards (Ndf) sono spesso utilizzati per negoziare valute che sono difficili da reperire al di fuori dei loro paesi d’origine, come quelle della Nigeria o dell’Egitto – ha dichiarato al Financial Time Luis Costa, responsabile globale della strategia per i mercati emergenti di Citi – specificando poi che “Le banche occidentali sono ovviamente vincolate alle sanzioni. Il forward non consegnabile è uno strumento che non richiede il possesso della valuta o di asset russi“.