La definizione di fase di recessione non è certo uguale per tutti coloro che ne fanno uso. Si va dal concetto di contrazione del PIL per almeno 2 trimestri consecutivi, alla concezione composita di un ente come l’NBER. Alcuni indicatori ci possono aiutare a meglio comprendere la situazione. Dove va l’economia USA?
Negli USA la concezione di recessione, almeno quella oggetto di analisi da parte di taluni istituti, come l’NBER, non corrisponde alla classica definizione di due trimestri consecutivi di contrazione.
La situazione, a parte ipotesi di natura predittiva, per quanto riguarda l’economia USA, non è così semplice da definire, come alcuni vorrebbero.
Lo stesso NBER, che ha definito la possibilità di proiettare fasi recessive, tuttavia non la dichiara sussistere se non dopo che questa si sia manifestata. Con ritardo variabile tra i sei ed i nove mesi.
Da parte della FED si è assunta una posizione di politica monetaria restrittiva, che alcuni definirebbero dietro la curva, con riferimento alla curva dei rendimenti USA.
Questo significa agire in ritardo, rispetto all’effettiva situazione economica, che per taluni potrebbe significare recessione. Peraltro pare evidenziarsi un quadro economico ancora più articolato e complesso, se si considera un ulteriore indicatore predittivo,
Dove va l’economia USA? Recessione, espansione o stagnazione? Come stanno quindi le cose?
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Curva dei rendimenti
Fatte le necessarie premesse, ci accingiamo a tentare una risposta al quesito relativo all’economia a stelle e strisce.
La curva dei rendimenti dei titoli di Stato di un Paese quasi sempre precede significativi mutamenti del trend economico. Peraltro confermati, questa volta, dall’andamento dell’inflazione.
Quando la curva gira al ribasso, ossia presentando una struttura di tassi a breve più elevati rispetto ai tassi a medio e lungo termine, tende ad esprimere fasi recessive.
Invece inverte al rialzo, in caso di anticipazione di una ripresa economica.
L’attuale sua configurazione è decisamente ribassista, e farebbe pensare ad un periodo di contrazione economica, forse già conclusosi.
Una conferma parrebbe provenire da un picco di inflazione che, portatosi oltre il 5%, negli ultimi mesi pare in discesa. Conformemente alle potenzialità predittive, secondo l’NBER, di tale indicatore.
Il PIL
Il PIL, dopo alcuni dati negativi, protrattisi tra aprile e settembre dello scorso anno, parrebbe in ripresa, ad indicare che, forse, un periodo di nuova espansione è di nuovo alle porte.
Il tasso di disoccupazione
Questo indicatore si colloca al livello più basso da quarant’anni, indicazione che non depone certo a favore di una recessione. A meno di una sua ripresa.
Indici ISM
Sono invece gli indici ISM, collegati all’andamento delle aziende, a segnalare una possibile tendenza recessiva in atto.
Dove va l’economia USA? Conclusioni
Probabilmente, visti indicatori non troppo concordi, possiamo quindi dire che sicuramente l’economia USA ha subito un deterioramento. Come parrebbe confermato anche dalla dinamica inflazionistica.
Al momento, gli indicatori predittivi, come curva rendimenti o gli indici ISM, non danno ancora l’idea di una ripresa.
Diciamo quindi che siamo in una situazione in bilico, che potrebbe anche aprirsi a prospettive di recupero, come il trend del PIL e la disoccupazione farebbero pensare.
Ma a fronte di un’attività con evidenti segni di deterioramento, rimarcati dalla curva dei rendimenti e da indici ISM. Nonchè da una inflazione prima oltre il picco del 5% e poi in fase discendente.
A cura di Gian Piero Turletti, autore di “Magic Box” e “PLT“