Molteplici sono gli elementi di novità nello scenario geopolitico internazionale ed interno al nostro Paese. In questo articolo ci concentriamo sul primo. Con particolare riferimento alle vicende belliche ucraine ed all’incontro tra Putin e Xi Xinping. Dove sta andando lo scenario geopolitico internazionale?
Sentenza della CPI: efficacia e risvolti politici
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Con un mandato di cattura, che probabilmente entrerà nei libri di storia, la Corte Penale Internazionale ha dichiarato Putin criminale di guerra, per la deportazione di bambini ucraini in Russia.
Una dichiarazione di questo tipo non è ancora una sentenza, e naturalmente bisognerebbe arrivare ad una sentenza al termine di un processo contro Putin.
Ma non tutti i Paesi riconoscono la giurisdizione della Corte, neppure gli USA.
Risulta quindi ovvio il significato più che altro formale di un tale atto.
Ed anche qualora Putin dovesse mettere piede in uno dei Paesi, che invece riconoscono la CPI, come già verificatosi in alcuni casi, sorgerebbe probabilmente la questione dell’immunità di un Capo di Stato.
Questioni, quindi, non semplici a risolversi.
Sicuramente la decisione della Corte una certa pressione la esercita, quanto meno sul piano metagiuridico e diplomatico, ma l’effetto termina qui.
Ben maggiori conseguenze, invece, potrebbe avere l’intervento cinese.
L’intervento cinese va in direzione della pace?
Xi Xinping parrebbe volersi presentare sulla scena internazionale come promotore di pace tra i due contendenti.
Ma lo stesso elenco di punti formulato da parte cinese, non è denominato piano di pace neppure da loro.
Del resto, si tratta di principi generali, che necessitano di essere chiariti, ma non lo sono.
Si parla, ad esempio, di rispetto della sovranità dei Paesi. Ci domandiamo quale sovranità territoriale. Quella Ucraina, prima della conquista di territori da parte russa nell’attuale conflitto, o addirittura comprensiva di altre aree, come la Crimea?
O nessuna delle due? Il documento non lo dice.
A noi pare, invece, che il pretesto di presentarsi come portatori di proposte di pace sia, appunto, solo un pretesto.
La Cina ha un interesse nella prosecuzione del conflitto.
Per un verso fa convogliare focus e risorse statunitensi sull’area geopolitica del conflitto, distogliendole quindi dall’area di proprio interesse.
Ossia dall’area del Pacifico, che potrebbe essere interessata da azioni belliche contro Taiwan, rivendicata dalla Cina come parte integrante del proprio territorio.
Ma non dimantichiamoci che contese territoriali sussistono anche tra Russia e Cina. Ed ecco, quindi, che il convogliare sforzi militari russi verso altre aree è sicuramente un ulteriore interesse della Cina.
Inoltre la Cina può formulare proposte come fornitrice di armi alla Russia, prospettando quindi interessanti rapporti anche commerciali.
Caso mai un tale incontro sortisse qualche effetto anche sul piano della distensione internazionale, potrebbe inoltre ergersi ad eroina della pacificazione. Dove sta andando lo scenario geopolitico internazionale?
Le decisioni di Gran Bretagna e Polonia come possono cambiare le sorti del conflitto?
Recentemente sono intervenute due importanti decisioni, da parte della Gran Bretagna e della Polonia.
La prima ha deciso l’invio all’Ucraina di proiettili all’uranio impoverito.
La seconda l’invio di aerei da combattimento.
I proiettili all’urano raggiungono spesso temperature molto elevate, anche di 3.000 gradi centigradi, e sono in grado di perforare con facilità anche i mezzi dotati di doppia o tripla corazza.
In grado, quindi, di contrastare efficacemente i mezzi corazzati russi, ad esempio in alternativa all’uso della bomba al neutrone. Anche se con la differenza che un proiettile all’uranio serve contro un singolo mezzo corazzato, mentre una singola bomba al neutrone potrebbe neutralizzare un’intera colonna di mezzi corazzati.
Gli aerei da combattimento, prevalentemente caccia, consentirebbero all’Ucraina una miglior difesa contro attacchi missilistici ed aerei.
Evidentemente, in un primo tempo queste decisioni non erano state assunte, perché si pensava che il conflitto potesse terminare prima.
Ma ora, da parte dei due Paesi, si ritiene, probabilmente, che occorra fare qualcosa di più e di diverso.
Del resto, la Polonia si trova in una particolare posizione strategica, lungo il confine ad Est della Nato, e sarebbe uno dei primi Paesi interessato da una eventuale estensione territoriale del conflitto con rischio di essere invasa dalla Russia.
D’altra parte è recente l’incursione di un aereo russo sui cieli dei Paesi baltici, che pure fanno parte della Nato, e questo evento ha ulteriormente innalzato il livello di alert.
Mentre la Gran Bretagna potrebbe essere esposta ad attacchi marini ed aerei da parte russa, in caso di estensione del conflitto.
Pare quindi evidente un rilevante interesse di questi due Paesi a concentrare gli sforzi bellici lungo il baluardo ucraino. E, con i russi in evidente difficoltà sopratutto in relazione alla disponibilità di armamenti, anche questi invii di nuove armi all’Ucraina potrebbero favorire una più agevole vittoria di questo Paese.
Dove sta andando lo scenario geopolitico internazionale: quali conclusioni?
Esiste, a giudizio di chi scrive, un preciso filo rosso conduttore, tra i diversi eventi esaminati in questo articolo.
Sicuramente esiste un interesse di diversi Paesi alla conclusione del conflitto.
Questo, in particolare, vale per i Paesi occidentali, e specialmente per quelli che potrebbero subire pesanti ripercussioni da un’estensione diretta del conflitto tra Nato e Russia. Ma tale conclusione non è considerata da perseguire ad ogni costo, ma solo a condizione di un ripristino della sovranità territoriale ucraina quanto meno antecedente all’attacco russo dell’anno scorso. E per taluni si dovrebbe ripristinare financo la sovranità territoriale su territori annessi precedentemente dalla Russia, come la Crimea.
Il vero obiettivo cinese, invece, parrebbe quello di una situazione di pareggio, o anche prosecuzione del conflitto, tra Russia ed Ucraina, anche al fine di poter meglio gestire le proprie pretese egemoniche nello scacchiere orientale, con particolare riferimento alle mire su Taiwan.