Quando si parla di prosciutto crudo è impossibile non pensare al salume che ha reso celebre l’arte salumiera italiana ovvero quello di Parma DOP. Non va dimenticata un’altra eccellenza nostrana il crudo San Daniele. Ci sono però altri tipi di prosciutto crudo italiano protetti da marchi di qualità come il marchio IGP o DOP. Scopriamoli insieme e vediamo anche le differenze di prezzo.
Il Crudo di Parma è uno dei simboli della nostra gastronomia e per molti stranieri è addirittura simbolo di lusso e agio. Lo stesso può dirsi per il friulano crudo San Daniele che ha ottenuto la DOP nel 1996 e rispetto al primo è più saporito, più sapido.
Quando si parla di prosciutto crudo bisogna anche fare attenzione alle contraffazioni. A garanzia dell’originale prodotto dovremmo guardare la cotenna: per il Crudo di Parma possiamo notare una corona impressa a fuoco, mentre per quello di San Daniele dovremo cercare le lettere SD racchiuse nel simbolo di una coscia di prosciutto stilizzata. I prezzi variano molto non solo in base al salumificio produttore e al tipo di rivenditore, ma anche in base ai mesi di stagionatura. Possiamo accennare con grande approssimazione che al supermercato solitamente per il Crudo di Parma troviamo forme con stagionatura di 18 mesi intorno ai 29/30 € al Kg, in offerta attorno alle 25/26 € al kg. Andiamo a scoprire quali sono gli altri prosciutti crudi italiani protetti da marchio di qualità.
Dove si fa il prosciutto crudo italiano? Il Prosciutto di Sauris IGP
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Il Prosciutto di Sauris, borgo della Carnia, ha ottenuto il marchio di IGP (Indicazione Geografica Protetta) nel 2009 e sebbene se ne producano meno di 50.000 forme all’anno, è rinomato a livello nazionale. Il disciplinare prevede che la carne sia cosparsa di sale, aglio e pepe e venga affumicato bruciando legna di faggio per non più di 72 ore. In seguito avviene la stagionatura. Il risultato è un prosciutto dolce, leggermente affumicato e assolutamente da provare. Al kg la forma disossata ha un prezzo di 28/29 €, secondo il listino del maggior produttore.
Il Toscano DOP
Il Prosciutto Toscano Dop ha una tipica forma a “V”. Il taglio particolare ne è segno distintivo così come le spezie utilizzate dal pepe all’aglio, dalle bacche di ginepro al mirto e altri mix segreti dei diversi salumifici. Una parte viene ricoperta da pepe ma dovrà essere levata prima di essere affettato. La fetta è magra con poco grasso e il sapore è leggermente sapido e stuzzicante. Secondo il disciplinare, deve esser prodotto all’interno della Toscana. I prezzi variano molto in quanto direttamente dai produttori troviamo la forma intera fra le 17/19 € al Kg, al supermercato, essendo una specialità regionale è più caro e l’affettato è attorno alle 3 € all’etto.
Le altre località dove si produce il prosciutto crudo in Italia
Altri tipi di prosciutto crudo vengono prodotti:
- a Norcia e in 4 comuni limitrofi. Il crudo di Norcia è IGP dal 1997;
- a Carpegna, un borgo in provincia di Pesaro ed Urbino. È un prosciutto DOP dal 1996;
- a Modena, nelle Valli del fiume Panaro. Il salume ha ottenuto la DOP nel 1996;
- in 15 comuni compresi nelle zone dei Colli Berici e di quelli Euganei a partire da Montagnana. Il Prosciutto Veneto Berico Euganeo DOP è antichissimo e sembra risalire al 1400;
- a Saint-Rhémy-en-Bosses, comune valdostano dove si produce lo Jambon de Bosses, stagionato sui letti di fieno e DOP dal 1996;
- in provincia di Cuneo, di Asti ed in 54 comuni della provincia di Torino. Il Crudo di Cuneo ha ottenuto la DOP nel 2009;
- in 22 comuni della provincia di Rieti. Il Prosciutto Amatriciano è un crudo che ha ottenuto più di recente, nel luglio 2011.
Ecco quindi dove si fa il prosciutto crudo italiano e in quali salumi rendono grande l’enogastronomia italiana.
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