Agli albori della Fase 2 spunta una creativa tassa Covid-19. E già volano gli stracci tra consumatori ed esercizi commerciali. Una querelle che ha fatto scendere in campo il Codacons, da sempre in pista per la tutela dei diritti dei consumatori. Vediamo quindi di analizzare in dettaglio dove si annida la nuova tassa Covid-19.
Quali esercizi commerciali sono sotto l’occhio del ciclone
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Esercizi di ristorazione, centri estetici e parrucchieri sono ad oggi le punte di diamante dove la tassa Covid-19 ha fatto più capolino. Proprio quelle realtà che, forse più di altre, stanno sostenendo i costi alti per la sanificazione e la dotazione di presidi sanitari anti covid-19. Questo però non giustificherebbe questo “balzello” che andrebbe a ritorcersi sempre sull’ultimo anello della catena, ovvero i consumatori.
Dove si annida la nuova Tassa Covid-19
Dalle rilevazioni in corso l’importo può variare, in linea di massima, dai 2 ai 4 euro. Il tutto, vale la pena di ricordare, avviene comunque in totale trasparenza. E’ infatti lo scontrino a parlare chiaro e lo fa tra le prime voci di stampa. E’ infatti scritto a chiare note: “Contributo Covid-19” con iva al 22%. Una dicitura quindi che non può dare adito ad interpretazioni diverse.
La mossa del Codacons a tutela dei consumatori
In attesa di conoscere anche la posizione del governo sul punto, il Codacons ipotizza una “truffa” ai danni dei consumatori. Per cui sono già state fatte partire lettere a Guardia di finanza e Antitrust . Una battaglia insomma all’ultimo scontrino, visto che bisognerà accertare anche se si tratta di episodi sporadici o di massa.
Quindi bando agli allarmismi! E comunque, per ora, il consiglio resta sempre quello di fare attenzione agli scontrini. E in caso di dubbi, segnalate alle associazioni dei consumatori tutte le eventuali voci ingiustificate con aggravio di spesa.