Premettendo che i guadagni devono essere sempre dichiarati e e una forte pressione fiscale non giustifica mai l’evasione, esistono casi in cui ci si trova a dover gestire, fisicamente, dei soldi contanti. Soldi che potrebbero essere utili immediatamente. Dove possiamo mettere i soldi contanti? Quali metodologie ci sono per gestire in questo modo i nostri soldi? In pochi minuti vi chiariremo la situazione. Continuate a leggere.
La domanda nasce anche perchè diversi mesi fa è divampata la polemica sulla tassazione dei contanti lasciati nelle cassette di sicurezza. L’intenzione che periodicamente ritorna a galla con ogni governo è di concedere una sorta di sanatoria. Sanatoria per far riaffiorare dalla cassetta di sicurezza della banca i contanti che vi sono stati nascosti per versarli sul proprio conto corrente. Una sanatoria che si potrebbe vedere, però, versando prima una piccola tassa allo stato.
Ma perché questa seconda tassazione? Se é vero che i contanti sono frutto del reddito, il reddito é già stato tassato al momento della percezione, no? È semplice. Lo stato presume che i contanti messi nelle cassette di sicurezza siano il frutto di evasione fiscale. In una sola parola, nero. Chi non ha nulla da nascondere potrebbe depositare i soldi sul conto corrente, non nel caveau della banca. Ma il conto, si sa, ha l’inconveniente di essere tracciabile e visibile dall’ufficio delle imposte. Inoltre per svariati casi, ci si può trovare dei soldi contanti da voler utilizzare entro un breve lasso di tempo. Da qui la domanda che spesso emerge. È lecito mettere i contanti in una cassetta di sicurezza? Dove possiamo mettere i soldi contanti?
Dove possiamo mettere i contanti?
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Formalmente è lecito, ovviamente. Ciò che è illecito è il fatto che si tratti di soldi non siano dichiarati al fisco. Nessuno verrà mai a controllare quanto c’è nella cassetta di sicurezza, a meno che non si muova la finanza, ma in quel caso ci devono essere delle evidenti prove di evasione. Oltre alle cassette di sicurezza dove possiamo mettere allora i contanti se non vogliamo ricorrere al conto corrente? Qualsiasi mezzo che utilizziamo ha fattori di rischio, anche il semplice spendere i soldi potrebbe far scattare un accertamento. Volendo si possono fare acquisti a fronte dei quali viene emesso lo scontrino, che di per se stesso é anonimo. Non indica, cioè, i dati dell’acquirente. A differenza delle fatture.
Se conserviamo i soldi a casa e poi li usiamo per la spesa quotidiana, nessuno ci dirà nulla. Ma attenzione: se ci paghiamo il canone di affitto o la rata del mutuo, e questi importi sono troppo elevati rispetto al reddito dichiarato, possono insorgere problemi. L’Agenzia delle Entrate si può accorgere che stiamo spendendo troppo e farà probabilmente un accertamento fiscale
Altre soluzioni
Ci sono molte persone che preferiscono indirizzarli nelle polizze vita. Che non solo non sono pignorabili ma, di solito, non vengono neanche controllate dal fisco. Attenzione che, tuttavia, qualche rata di polizza vita molto alta può far scattare il redditometro. Poi c’è chi va all’estero e apre il conto in uno stato straniero. Perché è vero che all’anagrafe dei conti correnti non arriva l’informazione, e che le stesse non passano in automatico all’Agenzia delle Entrate. Siamo infatti noi a dover dichiarare i conti esteri all’ufficio delle imposte.
In ogni caso, specie negli Stati che hanno firmato con l’Italia una particolare convenzione, la finanza può spingersi a fare controlli. Se si vuole depositare in un paradiso fiscale, già il solo fatto di avere un conto laggiù fa scattare la presunzione di evasione. Questo a meno che non si dimostri la fonte del reddito.