La vita insegna che i soldi vanno prima lavorati, poi risparmiati e infine difesi. Un concetto, quest’ultimo, che assume mille sfumature a seconda della finalità che si intende perseguire.
Ad esempio può trattarsi della difesa dall’inflazione, che nel 2022 si sta mangiando moltissimo potere d’acquisto delle famiglie italiane. Tra spese scolastiche e visite mediche, vitto e alloggio, carburante, luce e gas, è un salasso ogni mese.
In altri casi si vuol difendere i risparmi dall’imposizione fiscale, in Italia sicuramente eccessiva. Sebbene si tratti di un intento legittimo, non sempre si può dire sia anche un intento limpido e trasparente. Pensiamo per esempio ai guadagni derivanti dal lavoro in nero, o peggio ancora frutto di attività illecite e da diritto penale.
Restando ai casi “limpidi”, vediamo allora dove mettere i soldi per non pagare tasse o l’imposta di Legge su determinate giacenze del c/c.
Dove nascondere i soldi in nero
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In questo caso il miglior consiglio da dare in assoluto è quello di far emergere subito il rapporto di lavoro. Ragioni di equità sociale, interessi personali (i contributi per la pensione, per esempio) e la convenienza a prevenire i controlli, depongono tutti in questa direzione.
Ad ogni modo, sui soldi frutto di un lavoro in nero non si pagano le tasse ma scattano verifiche se depositati sul conto in banca. Un discorso che vale soprattutto nel caso di versamenti costanti e/o cospicui. Cioè tanto la banca all’atto del deposito quanto l’Amministrazione fiscale poi, possono chiedere di giustificare il versamento.
Dove mettere i soldi per non pagare tasse o l’imposta di bollo sul conto
In tutti gli altri casi una possibile soluzione potrebbe offrirla la cassetta di sicurezza in banca. I soldi versati nella cassetta non vanno dichiarati né alla banca né allo Stato, per cui non si pagano le tasse. In compenso si pagano almeno 3 costi, diretti o indiretti. Uno è quello del servizio di custodia all’intermediario, poi abbiamo i mancati guadagni da investimenti, infine le perdite da inflazione. Ora, con riferimento all’attuale carovita va detto che si tratta di perdite ingenti.
Infine ricordiamo che il denaro depositato nelle cassette è tassabile se scovato. Si parte infatti dall’assunto che la custodia sia nata in origine per aggirare il Fisco.
Una carta prepagata con IBAN per non pagare l’imposta di bollo sul conto
Se invece la finalità è quella di non pagare l’imposta di bollo sul c/c, le alternative sono almeno due. La prima presuppone di stornare la liquidità sopra i 5mila euro in investimenti con buoni rendimenti. In questo caso si capovolge il discorso e si trasforma lo spauracchio dell’imposta in un’opportunità di guadagno.
La seconda è quella di aprire una carta prepagata dotata di IBAN, che sostituisce molte delle funzioni di base del c/c. Per cui si tiene sul conto tradizionale una giacenza poco inferiore ai 5mila euro e si storna l’eccedenza sulla prepagata. Tuttavia, secondo alcuni esperti la soluzione può dirsi relativamente conveniente solo nel caso dei piccoli capitali.
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