Dove mettere i soldi per non aver paura del futuro: le cose da sapere. Come sarà il nostro futuro? Speriamo tutti che sia il migliore possibile, ovviamente. Ma potrà esserlo davvero se non pianifichiamo per ottenerlo? Quali sono le possibilità che qualcosa accada se non facciamo niente perché si verifichi? Ben poche, possiamo esserne certi. Quindi dobbiamo operare perché le nostre speranze diventino realtà. Per esempio, operare al fine di ottenere una pensione dignitosa. Una pensione che ci consenta di mantenere almeno lo stile di vita che avevamo mentre lavoravamo.
E l’unica maniera per fare questo è quello di integrare la pensione statale con un’altra pensione. Pensione complementare che è lo strumento migliore per investire per il futuro. Proprio così. Perché scegliendo una pensione integrativa avremo la possibilità di impiegare i nostri soldi in una rendita vitalizia. Rendita integrativa alla pensione pubblica. E che ci consentirà di non peggiorare il nostro stile di vita. Ma di pensioni integrative ce ne sono svariate. Dove mettere i soldi per non aver paura del futuro?
Dove mettere i soldi per non aver paura del futuro: le cose da sapere
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Come funziona una pensione integrativa? Molto semplice. Si versano dei soldi come contributi ogni mese, che vengono investiti in strumenti finanziari. Quando saremo in pensione avremo accumulato un capitale importante, che affiancherà la pensione pubblica. Questa pensione integrativa sarà distinta da quella dell’INPS, e sarà una rendita vitalizia. SI può anche decidere di avere subito il 50% del capitale, per qualunque motivo. Il rimanente verrà distribuito sotto forma di rendita. Bisogna sempre ricordare che la previdenza integrativa è molto flessibile. Questo fatto permette di massimizzare i risultati nel tempo. Quindi, prima si inizia, meglio è. Anche perché questo permette il cumulo dei vantaggi fiscali derivanti dalla rivalutazione del capitale e dei rendimenti.
I vantaggi fiscali dei fondi pensione
E quali sono questi vantaggi? Svariati. Il primo è l’esenzione in fase di contribuzione. Che è forse il più importante vantaggio fiscale della previdenza complementare. Perché consente di dedurre i contributi versati entro i 5.164,57 euro all’anno. C’è poi il vantaggio della ridotta imposizione fiscale sui redditi. Già, perché le pensioni integrative sono tassate al 20% sui guadagni che si portano a casa annualmente. Mentre il resto degli investimenti lo è al 26%. C’è poi una tassazione agevolata massima del 15% in fase di erogazione per capitale e rendita. Le normali aliquote IRPEF vanno dal 23% al 43%.