Doppio Bonus del Governo sulle pensioni mette il turbo alle minime e premia chi continua a lavorare

INPS

L’Ape Sociale è rinnovata e quindi prorogata per il 2023. Opzione Donna prorogata, allo stesso modo, ma rivista per il prossimo anno. E poi c’è l’introduzione della Quota 41 ibrida. È questa, in estrema sintesi, l’impalcatura della mini riforma delle pensioni del Governo guidato dalla premier Giorgia Meloni.

Pur tuttavia, le misure sulla previdenza pubblica, varate dall’Esecutivo di centrodestra, con l’approvazione della manovra finanziaria in Consiglio dei Ministri, non finiscono qui. In quanto per il prossimo anno è prevista pure una rivalutazione più alta per gli assegni INPS di importo più basso. E c’è anche un incentivo per chi vuole restare a lavorare pur avendo maturato i requisiti per ottenere la pensione.

Nel dettaglio, sull’aumento delle pensioni il tasso di rivalutazione provvisorio per il 2023 è pari al 7,3%, così come già disposto dal Ministero dell’Economia e delle Finanze (MEF) con un decreto. Pur tuttavia, il Governo italiano per le pensioni minime ha fissato una rivalutazione al 120%. Il che significa che i pensionati al minimo dall’anno prossimo prenderanno circa 45 euro al mese in più.

Doppio Bonus del Governo sulle pensioni, ecco come grazie alla manovra finanziaria

La rivalutazione delle pensioni più basse al 120% si spinge nell’ottica di portare in Italia a regime gli assegni INPS almeno a 1.000 euro al mese. Per quella che è una misura, tra l’altro, caldeggiata anche nel corso della campagna elettorale dal leader di Forza Italia Silvio Berlusconi.

Il doppio Bonus del Governo sulle pensioni, inoltre, premia chi resterà al lavoro grazie ad una decontribuzione al 10%. In altre parole, maturati i requisiti per la pensione, il lavoratore che resta prenderà circa il 10% in più netti in busta. Che corrispondono ai contributi previdenziali che non avranno poi più ragione di essere versati. Prevedendo poi che l’importo della pensione sia quello con i requisiti di uscita già maturati.

Cosa cambia nel 2023 con la nuova Quota 41 ibrida o Quota 103

Per chi invece si ritirerà dal lavoro nel corso del 2023, con le misure di pensionamento anticipato, i requisiti relativi all’Ape Sociale restano invariati. Mentre per l’Opzione Donna l’età per il pensionamento è stata parametrata in base al numero dei figli. Precisamente, a 58 anni di età con due o più figli. In pensione con Opzione Donna 2023 a 59 anni di età con un figlio. Ed a 60 anni di età in tutti gli altri casi. Mentre per la Quota 41 ibrida, o anche Quota 103, serviranno 41 anni di contributi previdenziali versati e almeno 62 anni di età.

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