Il settore salute (rappresentato a Piazza Affari dall’indice FTSE Italia All-Share Health Care) da inizio anno è tra i peggiori con una performance del +2,5% ben al di sotto di quella dell’indice principale che si aggira intorno al 9,6%. Tuttavia, dopo un lungo letargo un titolo azionario del Ftse Mib si è risvegliato e potrebbe dare grosse soddisfazioni. Stiamo parlando di Recordati che presto potrebbe dare indicazioni molto importanti sul suo futuro.
Dopo un lungo letargo un titolo azionario del Ftse Mib si è risvegliato e potrebbe dare grosse soddisfazioni: le indicazioni dell’analisi grafica
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Il titolo Recordati (MIL:REC) ha chiuso la seduta del 17 gennaio a quota 41,85 euro, in rialzo del 4,42% rispetto alla seduta precedente.
Dopo circa un mese di completo immobilismo, le azioni Recordati sono scattate al rialzo guadagnando oltre il 4% con volumi in rialzo del 110% rispetto alla media a 5 giorni. Un rialzo così non si vedeva da oltre 2 mesi. I rialzisti, però, non possono ancora cantare vittoria. Area 42 euro, infatti, rappresenta una forte resistenza che già in passato aveva frenato l’ascesa del titolo. Il superamento di questo ostacolo potrebbe aprire le porte al raggiungimento di area 47 euro, prima, e di area 51 euro, poi.
Il mancato superamento di questo ostacolo potrebbe aprire le porte a una discesa fino in area 39 euro. Solo la decisa rottura di questo supporto, però, potrebbe aprire le porte a un forte ribasso.
La valutazione del titolo
Le azioni Recordati presentano una valutazione contraddittoria che dipende dall’indicatore utilizzato. Ad esempio, per il rapporto prezzo su utili, le azioni Recordati sono in linea rispetto alla media del settore italiano. Il rapporto tra prezzo e fatturato della società, poi, con un valore di 4,8x la colloca tra le aziende più costose su scala mondiale oltre che esprime un sopravvalutazione del 50%. Anche il Price to Book ratio esprime una sopravvalutazione di oltre il 30%.
Il fair value, calcolato con il metodo del discounted cash flow, esprime una sopravvalutazione di circa il 10%.
Secondo quanto riportato sulla stampa specializzata, poi, per gli analisti il prezzo obiettivo medio esprime una sottovalutazione dell’8,4% rispetto alle attuali quotazioni.
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