Il 2023 era iniziato nel migliore dei modi per questo settore azionario. Come si vede dal grafico, infatti, dopo un fantastico inizio anno il settore delle utility si sta sgonfiando. Il 23 gennaio c’è stato il sorpasso, in termini di performance, del Ftse Mib All-Share sull’indice FTSE Italia All-Share Utilities. A trainare al ribasso questo indice ci hanno pensato alcuni big come ENEL, Terna, SNAM, Italgas, HERA ed ERG che hanno avuto da inizio anno una performance inferiore a quella del Ftse Mib. In particolare, ERG è il titolo con la peggiore performance da inizio anno visto che segna un ribasso del 4,88%. Quale potrebbe essere il futuro di questo titolo azionario?
Dopo un fantastico inizio anno il settore delle utility si sta sgonfiando: le indicazioni dell’analisi grafica
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Il titolo ERG (MIL:ERG) ha chiuso la seduta del 31 gennaio a quota 27,66 euro, in rialzo dello 0,22% rispetto alla seduta precedente.
Il tentativo di ripresa cui avevamo assistito qualche settimana fa non ha avuto molta fortuna. Immediatamente, infatti, le quotazioni sono ripiombate in una fase laterale/ribassista che sta penalizzando enormemente il titolo.
A questo punto l’unico suggerimento ragionevole è aspettare un segnale direzionale accompagnato da un importante aumento dei volumi.
La valutazione del titolo
La valutazione basata sui multipli di mercato non è molto coerente sul titolo ERG. A seconda della metrica utilizzata, infatti, le azioni risultano essere sopravvalutate o sottovalutate.
Ad esempio, con un rapporto prezzo su utili previsto di 14,9x per l’esercizio in corso, l’azienda opera con multipli bassi rispetto alla media del settore che è pari a 20,9x. Anche il rapporto tra prezzo e fatturato (PS) della società è molto elevato. Basti pensare che ERG opera su livelli pari a 3,4x, mentre la media del settore di riferimento è pari a 0,8x. Da notare che un PS di 3,4x è alto in assoluto e non solo rispetto alla media dei competitors.
Infine, la società ha una situazione finanziaria delicata con un elevato indebitamento netto e un EBITDA relativamente basso. L’indice di liquidità, poi, è pari a circa 2 con un rapporto debito su capitale che è pari a circa il 120%.
Secondo quanto riportato sulle riviste specializzate, per gli analisti che si occupano del titolo il prezzo obiettivo medio esprime una sottovalutazione del 30% circa.
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