Il nostro team di esperti vi spiegherà in pochi minuti dopo quanto tempo vanno in prescrizione le tasse comunali. Ciò ovviamente non deve suonare come un invito ad evadere il pagamento delle imposte. Ma può accadere che l’Agenzia delle Entrate trascuri di richiedere il pagamento delle imposte che il contribuente non ha versato. Dopo un determinato lasso di tempo si dice che il pagamento cade in prescrizione. È un po’ come se giungesse alla sua data di scadenza oltre la quale lo Stato non può più pretendere la riscossione dei tributi.
Per evitare di ricevere cartelle esattoriali bisogna essere un contribuente modello e sapere cosa si rischia con l’elusione dei tributi. Nell’articolo “Quando scattano i controlli dell’Agenzia delle Entrate?” il lettore troverà chiarimenti in merito agli accertamenti del Fisco. Adesso invece la Redazione vi indicherà nello specifico dopo quanto tempo vanno in prescrizione le tasse comunali. Dopo quanti anni cioè il contribuente può ritenersi libero dall’obbligo di provvedere al pagamento.
Dopo quanto tempo vanno in prescrizione le tasse comunali?
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Non esiste un termine unico e identico per la prescrizione delle imposte. Ad esempio la tassa automobilistica relativa al bollo cade in prescrizione dopo 3 anni dalla scadenza del pagamento. In linea di massima non si ha più diritto di pretendere il versamento se trascorrono 10 anni dal termine ultimo di scadenza. Ma la tempistica della prescrizione varia in relazione alla specifica tipologia delle imposte che il contribuente ha trascurato di pagare.
La tasse comunali come IMU, TASI, TARSU, TOSAP hanno un termine di prescrizione di soli 5 anni. Ciò perché si tratta di tasse che il contribuente deve versare con cadenza periodica e ogni anno. Quanto più frequente è la scadenza del pagamento da effettuare, tanto più breve è difatti il termine di prescrizione. Il contribuente che quindi non dovesse onorare il pagamento delle tasse comunali dovrà attendere soli 5 anni per godere dei vantaggi della prescrizione.