Dopo quanto tempo si possono cestinare i documenti?

Dopo quanto tempo si possono cestinare i documenti

Bollette, fatture, ricevute fiscali, multe, buste paga o dichiarazioni dei redditi. Ne abbiamo pieni cassetti e scatoloni. Dopo quanto tempo si possono buttare tutti questi documenti? Quando possiamo esser certi che non ci occorrano più e destinarli serenamente alla differenziata? La rivoluzione digitale ci è spesso venuta incontro per ridurre la mole di documenti da conservare, ma il problema non è del tutto risolto. Ci sono delle differenti regole da rispettare prima di cestinare definitivamente un documento. I documenti domestici o quelli personali hanno un periodo di conservazione obbligatorio. Cerchiamo di capire quando è utile conservare e quando è possibile buttare ciascun documento.

L’alternativa di cui ciascuno dispone

Prima di dare risposta all’interrogativo è bene vagliare una alternativa al formato cartaceo. Difatti, la più consistente mole di documenti in casa riguarda le bollette per utenze e abbonamenti. Prima di arrivare ad accumulare scatoloni pieni di scartoffie, oggi ciascun utente ha la possibilità di farsi recapitare la bolletta on-line dalla più parte dei distributori. Grazie alla bolletta on-line, non solo i distributori garantiscono uno sconto sulla bolletta agli utenti, ma vi sollevano dal ricevere il cartaceo.

Come faccio a controllare le mie bollette allora? La domanda è lecita e la risposta giunge puntuale. Infatti, ciascun utente, collegandosi al sito del proprio gestore, dispone di un’area riservata alla quale accedere. Una volta effettuato l’accesso, ognuno può consultare l’archivio delle proprie bollette e ricevere ulteriori dati sui consumi e sulle tariffe applicate. Il vantaggio dell’utilizzo dei portali, non è solo economico, ma anche informativo. Infatti, la lettura dei dati e dei consumi spesso viene facilitata sulle piattaforme per migliorarne la cosiddetta usabilità. Tutti quanti possono richiedere la bolletta elettronica in ogni momento contattando il proprio gestore. In questo modo, avrete anche risolto il problema dell’accumulo di documenti.

Dopo quanto tempo si possono cestinare i documenti personali e domestici

Se, al contrario, appartenete al popolo degli affezionati al cartaceo, vediamo dopo quanto tempo si possono cestinare i documenti domestici. La conservazione dei documenti fiscali è regolata dal Codice civile, articolo 2934. I tempi di conservazione dei documenti fiscali non sono univoci. Quando non specificato, si applica il limite di tempo massimo, cioè 10 anni.

Questo nel caso di documenti importanti come contratti di lavoro e buste paga ad esempio. Le bollette dell’energia elettrica e gas si possono buttare generalmente dopo 2 anni. I tempi si estendono a 10 anni se alla bolletta della luce è associato il canone Rai. La bolletta del telefono si butta dopo 5 anni invece, così come la dichiarazione dei redditi e le multe stradali. Il conteggio degli anni parte dal giorno del pagamento della bolletta. Il bollo auto va conservato per 3 anni. Le ricevute di pagamento per tasse, mutui, affitto e assicurazioni vanno conservate per almeno 5 anni.

Cosa si rischia a buttare una ricevuta prima della scadenza?

Cestinare una ricevuta prima del termine della sua scadenza potrebbe costare un doppio pagamento. La ricevuta è l’unico documento che attesta l’avvenuto pagamento. Ci sono casi in cui, a volte, i programmi telematici non contabilizzano l’avvenuto pagamento e si potrebbe risultare morosi. In questi casi, se il contribuente non può impugnare la ricevuta di pagamento, sarà costretto a versare nuovamente la somma con gli aggravi legati alla morosità.

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