La pensione di reversibilità spetta al coniuge superstite ma dopo quanti anni di matrimonio si matura il diritto all’assegno pensionistico? Se poco tempo dopo le nozze la persona cara dovesse venire a mancare spetta comunque il trattamento previdenziale? E in caso si abbia diritto alla pensione di reversibilità, l’importo dell’assegno diminuisce in rapporto agli anni di matrimonio?
In poche battute chiariremo queste e altre perplessità che affollano la mente di chi all’improvviso deve gestire la scomparsa del proprio partner. Se difatti il coniuge defunto percepiva l’assegno previdenziale occorre sapere dopo quanti anni di matrimonio si ha diritto alla pensione di reversibilità. Chi si pone tali interrogativi potrebbe in alcuni casi nutrire interessi poco nobili e mirare unicamente al patrimonio finanziario del partner deceduto.
Contro i matrimoni di interesse
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La strategia economica di convolare a nozze con attempati signori titolari di pensione per godere dei vantaggi previdenziali ha incontrato rilevanti ostacoli negli ultimi anni. Non di rado gli anziani sono vittime di raggiri ad opera di individui spregiudicati e procacciatori di assegni pensionistici e di eredità. Può accadere di stipulare un contratto matrimoniale con partner molto anziani per assicurarsi una rendita economica.
A tutela degli interessi del malcapitato anziano e dei suoi familiari interviene, già a partire dal 1° gennaio 2012, la legge n. 111/2011. Nello specifico, l’articolo 18, comma 5 della suddetta, così recita: “l’aliquota percentuale della pensione a favore dei superstiti di assicurato e pensionato è ridotta nei casi in cui il dante causa sia stato contratto ad età del medesimo superiori a 70 anni e la differenza di età tra i coniugi sia superiore a 20 anni”. Si tenga tuttavia conto che in tempi recenti con la sentenza n. 174 del 2016 la Corte Costituzionale ha dichiarato illegittimo l’articolo 18 succitato.
Dopo quanti anni di matrimonio si ha diritto alla pensione di reversibilità?
A seguito del decesso del coniuge, il partner superstite matura automaticamente il diritto alla pensione di reversibilità. Ciò equivale ad affermare che non è il numero di anni di matrimonio ad assicurare l’erogazione del trattamento previdenziale. L’Inps riconosce e corrisponde l’assegno pensionistico spettante a prescindere dalla durata più o meno estesa del vincolo nuziale. E persino il coniuge separato può richiedere e ottenere la pensione di reversibilità.