In Germania la formazione di un esecutivo si basa su meccanismi e procedure analoghi a quelli italiani.
Dopo le elezioni, la scelta del nuovo cancelliere, archiviata l’era Merkel, non è automatica. Cosa che potrebbe invece avvenire nel caso ci fossero elezioni dirette di tale carica.
Spetta infatti al parlamento votare il cancelliere, voto preceduto dalla trattativa tra partiti diversi, per arrivare a formare un nuovo Governo.
Dopo le elezioni, quale futuro per la Germania?
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Ma cosa cambia, in realtà, dopo i risultati elettorali?
E quale prospettiva attende la Germania?
La principale novità è la sconfitta della CDU-CSU. I cristiano democratici, con gli storici alleati cristiano sociali, hanno ottenuto meno voti rispetto alle precedenti votazioni, ma comunque poco meno dei voti ottenuti dai socialdemocratici di Scholz. Quest’ultimo ha già ha rivestito il ruolo di vice cancelliere nel Governo uscente insieme ai democristiani tedeschi.
Nessun partito, in base ai risultati elettorali, ha da solo la maggioranza per governare, quindi si aprono le trattative per un Governo di coalizione con due principali alternative. Ma ci chiediamo: dopo le elezioni, quale futuro in serbo per la Germania?
Le due alternative
Una prima alternativa riguarda una alleanza tra SPD, ossia socialdemocratici, FLD, ossia liberali, e verdi tedeschi.
In questo caso il probabile cancelliere sarebbe Scholz, il quale ha già indicato, come futura coalizione, proprio l’ipotesi, di cui sopra.
Ma esiste anche una seconda alternativa. Ovvero quella che vede far parte della prossima coalizione democristiani, con l’aggiunta di altri partiti minori, come i verdi e i liberali.
I meccanismi di scelta in Germania
Occorre ricordare che in precedenti occasioni, a differenza di quanto solitamente si verifica, ad esempio, in Italia, non sono stati solo i dirigenti politici a scegliere alleanze e programmi, ma anche i delegati di importanti partiti.
In particolare democristiani e socialdemocratici, le cui dirigenze hanno sottoposto al voto di molti delegati programmi ed alleanze di Governo.
Non è escluso, quindi, che tale procedura si possa reiterare anche questa volta, e che quindi prima di arrivare alla decisione sul prossimo cancelliere passi ancora molto tempo.
Quali i programmi alternativi?
Un esecutivo con partecipazione CDU-CSU avrebbe tra i punti cardine il ruolo svolto dalla Germania nell’ambito dell’eurozona, con particolari pressioni sulle dinamiche antinflazionistiche e sugli investimenti a favore dell’industria.
Inoltre si punta, da parte dei democristiani, sul rilancio economico, unito a un programma di austerità e contenimento della pressione fiscale.
I socialdemocratici punterebbero, invece, principalmente alla tutela dello stato sociale. Prevederebbero una redistribuzione del reddito, con incremento della pressione fiscale sulle classi più abbienti ed una diminuzione su quelle economicamente più deboli. Mentre i liberali, anche nella versione di social liverali, punterebbero principalmente sulla non ingerenza dello Stato nell’economia, pur preservando un minimo di diritti sociali, da garantire.
Inoltre spingerebbero per una diminuzione della pressione fiscale ancora più accentuata di quanto propongono CDU e CSU, e riguardante non solo la classe media, ma anche le classi più agiate.
Ovvio che i verdi puntino principalmente sull’ambiente, unitamente ad una serie di investimenti per tutelarlo e ad un aumento della pressione fiscale.
Non sempre, quindi, i partiti presentano su tutti i punti programmi tra loro compatibili, e bisognerà attendere gli incontri politici, per verificare programmi ed alleanze.
Uno spostamento degli attuali equilibri politici a sinistra è indubbio. Probabilmente ne scaturirà una maggior probabilità di una politica non favorevole alle misure di austerity, ma piuttosto ad una maggior pressione fiscale, unitamente a nuovi investimenti pubblici. Pertanto anche i socialdemocratici non sono così coerenti con una alleanza con i liberali, anche se è vero che anni fa già furono realizzati esecutivi basati su tale formula politica.
Conclusioni
La situazione politica, quindi, non consentendo un esecutivo diverso dalla formula della coalizione, a fronte di un parlamento in cui nessun partito ha una autonoma maggioranza numerica, si presenta articolata e tutt’altro che definita.
A proposito di “Dopo le elezioni, quale futuro per la Germania?”, nulla può essere escluso a priori. Nonostante Scholz venga già considerato il prossimo cancelliere, non si esclude neppure un esecutivo basato sull’alleanza tra liberali, verdi e democristiani.
Anche se nei democristiani unica vera leader dotata di un certo carisma, forse confrontabile con quello della Merkel, era sostanzialmente solo la Von der Leyen.
Divenuta questa presidente della Commissione europea, gli altri esponenti del partito della Merkel non paiono lontanamente confrontabili a lei, quanto a leadership. Ma questo non implica necessariamente che sarà Scholz il prossimo cancelliere, che verrà eletto dal parlamento.
A cura di Gian Piero Turletti, autore di “Magic Box” e “PLT“