In questa estate praticamente tutte le limitazioni presenti a causa della pandemia sono di fatto decadute. Ora è possibile infatti stare senza mascherina in quasi tutti gli ambienti e sono permessi anche gli eventi che non permettevano il famoso distanziamento sociale. Nonostante questo, però non si può dire di godere di un clima di spensieratezza o di essere tornati ai felici tempi precedenti la pandemia del 2020. Ci sono infatti anche dei casi in questi mesi e ultimamente si sta facendo strada un’altra patologia che incomincia a preoccupare i virologi. Infatti dopo il Covid, ecco spiegato il vaiolo delle scimmie, la malattia che sta facendo rabbrividire l’Europa.
Cosa si sa del tanto temuto “monkey pox”
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Secondo i dati dell’ISS, nella seconda metà di maggio l’Organizzazione mondiale della sanità ha dichiarato il monkey pox preoccupante a livello internazionale. Questo malanno fa parte della grande famiglia dei vaioli, ma per fortuna pare avere una pericolosità minore. Allo stesso modo del coronavirus questo viene incubato da un ospite animale: invece del pipistrello questa volta a svilupparlo sono le scimmie. Nel continente africano il vaiolo delle scimmie è già presente dagli anni Settanta a livello endemico e generalmente si trasmette tramite un morso di questo animale. A innescarlo è il contatto fra i fluidi. I sintomi sono mal di testa acuti, comparsa di pustole e bubboni sul corpo e dolori muscolari. Tutti questi spesso sono accompagnati da un ingrossamento dei linfonodi e da manifestazioni di tipo piretico.
Dopo il Covid, ecco spiegato il vaiolo delle scimmie
Attualmente si registrano dei casi anche sul territorio europeo ed italiano per un totale di quasi 5.000 persone infette. Uno dei maggiori veicoli della malattia è quello sessuale, dato che è abbastanza difficile la trasmissione senza entrare direttamente in intimità. Però si può prendere anche tramite il contatto con materiali infetti o ferite e con i famosi droplets. A differenza del coronavirus qui è necessaria una vera vicinanza e una esposizione con il viso del soggetto infetto. Una volta che si è entrati in contatto con questo genere di malattia è importante isolarsi e allertare tutti i propri contatti più stretti. Questi anche se risultano asintomatici non devono somministrare ad altri i propri fluidi, quindi non donare il sangue e non allattare per almeno 21 giorni.
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