Il 26 febbraio 2025 (oggi n.d.r) è una data molto importante per ENI spa, ma anche per l’UE e per il futuro economico-politico-sociale dell’Italia. Tra i numerosi appuntamenti finanziari della multinazionale d’interesse per gli investitori troviamo anche lo stacco della cedola relativa alla terza tranche del dividendo 2025 (esercizio 2024) che avverrà il 24 marzo 2025 con pagamento 26 marzo; la quarta tranche sarà invece distribuita il 19 maggio 2025 con data di pagamento il 21 maggio 2025.
ENI, cosa succede il 26 e il 27 febbraio e il maxi progetto sui Data Center
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ENI, il maxi progetto sui Data Center
l 26 febbraio 2025 il CdA di ENI si riunisce per l’approvazione dei risultati preliminari del 2024 e per la delibera di distribuzione dei dividendi 2025. Domani, il 27 febbraio 2025, ENI presenterà il Comunicato stampa sul Piano Strategico, presentazione al mercato (Capital Markets Update) e conference call e il “Comunicato stampa sul preconsuntivo”.
Guardando ai piani strategici di ENI possiamo facilmente dedurre che investire in questa società potrebbe portare molti frutti. Proprio di recente, la Multinazionale ha stretto nuovi accordi d’intento con società di investimento MGX e G42 per la costruzione di altri datacenter. Nei progetti, l’erezione di edifici adibiti allo stoccaggio dei dati per 1 GW. ENI, insomma, guarda al futuro, intrecciando interessi nel comparto energetico ma anche dell’Intelligenza Artificiale. Due settori che sono destinati a crescere esponenzialmente. Scendendo nello specifico, ricordiamo che:
- G42 è una holding degli Emirati Arabi per lo sviluppo dell’IA, che finanzia progetti di data center in Africa, Europa e Medio Oriente.
- MGX è una società di investimento degli Emirati Arabi per le tecnologie di intelligenza artificiale fondata dal governo di Abu Dhabi nel 2024 tramite G42 e il fondo sovrano Mubadala. È coinvolta nel progetto Stargate da 500 miliardi di dollari annunciato da Trump e che coinvolge OpenAI, Softbank e Oracle.
- MGX si ritiene che investirà tra i 30 e i 50 miliardi di euro per un nuovo data center in Francia da 1 GW.
Transizione energetica e IA renderanno quindi ENI una società leader e molto interessante per gli investitori, anche perché gli accordi citati poco sopra rappresentano solamente una minima parte di tutti quelli che la multinazionale sta stringendo negli ultimi mesi. Oltre a ciò, dobbiamo sottolineare che chi decidesse di investire i propri risparmi nella multinazionale originariamente creata dallo Stato italiano ha anche altre certezze.
Perché ENI è una società su cui puntare
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Perché ENI è una società su cui puntare
Eni è la più grande compagnia petrolifera italiana e la seconda più grande dell’UE. Nonostante – e anzi, forse per merito della – transizione energetica, ENI ha saputo cavalcare l’onda del cambiamento. I nuovi data center, infatti, saranno alimentati da Blue Power, che come ha annunciato la società si tratta di una fonte energetica green, cioè a basse emissioni di Carbonio; emissioni che poi vengono anche stoccate.
La nostra partnership con gli Emirati Arabi Uniti è una testimonianza del nostro impegno condiviso per un futuro energetico sostenibile, sfruttando l’innovazione e la collaborazione nei settori chiave
Queste sono alcune delle affermazioni dell’amministratore delegato di Eni, Claudio Descalzi, che ha inoltre precisato: “Insieme alle principali aziende degli Emirati Arabi Uniti, svilupperemo iniziative in aree essenziali nella transizione energetica, come i data center alimentati da energia blu, un modello in grado di rispondere alla crescente domanda di capacità di elaborazione sostenibile da parte dell’intelligenza artificiale“.
La società è dunque destinata ad un prospero futuro, e vanta anche un passato molto generoso nei confronti degli azionisti. Forse non tutti sanno che ENI è una multinazionale che ha pagato corposi dividendi, per merito di strategie specifiche studiate per avvantaggiare gli investitori. Tutto questo nonostante lo “spettro del greenwashing”, che è sempre dietro l’angolo.
Il report “Shareholders over solutions – How big industry favours payouts over the energy transition”: dati con una chiave di lettura ambivalente
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Un report stilato da SOMO e Friends of the Earth Europe offre dati con una chiave di lettura ambivalente
Dai dati di un rapporto stilato da SOMO e Friends of the Earth Europe – che non sono certo realtà che hanno l’obiettivo di invogliare determinati tipi di investimenti perché si occupano di tutela ambientale, equità e sostenibilità – emergono dati interessanti che appunto possono essere letti in più chiavi.
- Aziende come Shell, Total Energies e Mercedes-Benz Group AG, che hanno sostenuto la Dichiarazione di Anversa, hanno distribuito il 97% (Shell), l’86% (Total Energies) e il 40% (Mercedes-Benz Group AG) dei loro utili agli azionisti (negli ultimi decenni).
- Grandi attori come Eni, Glencore e BP hanno distribuito dividendi agli azionisti superiori ai loro utili netti.
Il sopra citato rapporto è molto corposo e mostra una panoramica davvero interessante su come si stiano muovendo l’UE e gli Stati Membri dal punto di vista della Transizione Green. Proprio oggi (26 febbraio 2025 n.d.r) verrà svelato il nuovo “Clean Industrial Deal” che, sostanzialmente, vuole sbloccare ancora più finanziamenti a favore delle aziende energivore e maggiore accesso al capitale di società anche energetiche. Il tutto, dunque, a vantaggio degli investitori.