Come si diventava ricchi nell’Impero Romano? In vari modi, anche se non era facile per chi partiva da zero, esattamente come oggi. Eppure anche allora c’era chi riusciva ad accumulare ricchezze pari a un moderno Elon Musk e forse anche più, cogliendo le opportunità del tempo, che non erano molto diverse da quelle attuali.
C’è una nuova tendenza diventata virale su TikTok e X secondo cui le donne chiedono agli uomini della loro vita se e quanto frequentemente pensano all’Impero Romano. Quello che stupisce è il tenore delle risposte, perché molti uomini rispondono di pensarci più volte al giorno. L’Impero Romano è diventato un chiodo fisso, a quanto pare. C’è chi dice di pensarci per l’idea di potenza che trasmette, chi è affascinato dalla grandiosità delle opere architettoniche, chi dall’impostazione maschilista della società. Certo è che l’Impero Romano al massimo della sua espansione era uno stato ricco e potente in cui si poteva diventare “miliardari” anche con una certa facilità, tante erano le opportunità offerte.
I miliardari
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Un modo per diventare ricchi e potenti nell’Impero Romano era quello di vincere le guerre e appropriarsi di ricchi bottini. Nella classifica degli uomini più ricchi della terra figura il primo imperatore romano, Ottaviano Augusto. Il patrimonio dell’imperatore corrispondeva in termini moderni a circa 4 miliardi di dollari. Tra le proprietà personali dell’imperatore c’era un intero stato, l’Egitto, conquistato in seguito alla guerra con Cleopatra. L’Egitto era un territorio molto ricco che riforniva di grano tutto l’impero e aveva un PIL elevato, corrispondente a circa il 25% del PIL mondiale. Oltre ad Augusto furono tanti i romani delle famiglie più in vista, quelle che avevano le mani in pasta, che in seguito alle guerre di conquista riuscirono ad accaparrarsi a prezzi irrisori grosse proprietà agrarie che facevano lavorare dagli schiavi.
Diventare ricchi e potenti nell’impero romano
Un altro modo di diventare ricchi era quello di avviare attività commerciali o ricevere appalti dallo Stato come la riscossione delle imposte o, ancora, investire negli immobili. Con questi mezzi era diventato straordinariamente ricco un altro miliardario romano, Marco Licinio Crasso, che visse nel I secolo a.C. Il suo patrimonio ammontava indicativamente a 169 miliardi di dollari. Crasso era ricco di famiglia ma aveva anche un grande fiuto per gli affari e una certa dose di spregiudicatezza.
Comprava a prezzi irrisori case confiscate dallo Stato e abitazioni popolari che poi ristrutturava ed affittava, per vivere di rendita. Gli affitti a Roma erano carissimi. Secondo le stime degli storici affittare un semplice alloggio nella Capitale costava 2.000 sesterzi l’anno, una cifra considerevole se paragonata alla paga di un manovale che era di 5 sesterzi al giorno. Ancora più difficile era avere una casa di proprietà a Roma, prerogativa riservata a pochi, esattamente come oggi.
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