Diventa indegno l’erede che agisce in questo modo nei confronti del testamento

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Le questioni successorie sono notoriamente tra le più ingarbugliate nel nostro ordinamento. Infatti, non sempre è agevole quantificare il patrimonio di una persona. In particolare, quando la ricchezza si suddivide tra beni mobili e immobili e diritti reali di vario tipo. Oltre al tema della valutazione, infatti, c’è la difficoltà di suddividere materialmente i beni. Poi, occorre stabilire quali successori hanno diritto a riceverli. Come se non bastasse, non tutti gli eredi hanno sempre volontà di accettare l’eredità. Alle volte per semplicità preferiscono utilizzare il beneficio d’inventario, che consente di mantenere distinti i beni ereditati da quelli posseduti. Altre volte, però, preferiscono direttamente non accettare la qualifica, temendo che i debiti possano essere superiori alle sostanze ereditate.

Infine, possono verificarsi dei casi in cui alcuni eredi perdano la qualifica per essere diventati indegni. Ultimamente la Cassazione ha emesso un’ordinanza sui limiti riguardanti una di queste situazioni. Diventa indegno l’erede che agisce falsificando la firma del testamento olografo, a meno che non si verifichino alcune situazioni.

Il caso

Come sapremo il testamento olografo è quello scritto per intero, datato e sottoscritto dalla mano del testatore. Tra le cause di nullità di questo atto rientra, secondo l’articolo 602 del Codice civile, la mancanza del requisito della sottoscrizione finale da parte del testatore.

Ebbene con l’Ordinanza numero 19045 del 14 settembre 2020, la Suprema Corte di Cassazione decideva sul caso di un testamento olografo di cui veniva contestata l’autenticità. In particolare, la discussione verteva non solo sulla nullità dell’atto, ma anche sulla conseguente indegnità dell’autore, ovvero presumibilmente il marito della defunta. Secondo la difesa del convenuto, essendo l’atto nullo per non essere sottoscritto dalla disponente, non poteva essere considerato falsificato, in quanto mai diventato produttivo di effetti.

Dall’altro lato infatti vige l’articolo 463 del codice civile. Questo presenta delle cause tassative che comportano l’indegnità. Tra queste vi rientra chi ha formato un testamento falso o ne ha fatto scientemente uso. Diventava poco agevole comprendere se il testamento era inizialmente valido, e poi falsificato, oppure mai venuto in essere.

Diventa indegno l’erede che agisce in questo modo nei confronti del testamento

Nel caso concreto, secondo i giudici, l’apposizione di una firma falsa su un testamento di per sé rispecchiante le volontà del testatore può comportare l’indegnità. Per non essere qualificato indegno e perdere il diritto alla successione, però, il successore può dimostrare di non aver agito contro la volontà definitiva del cosiddetto de cuius. Se non riesce a provare questa circostanza, allora sarà escluso dalla vicenda successoria.

Per quanti, infine, si trovano a dover pagare salate imposte sulla successione, è importante ricordare l’esistenza del Testo Unico 346/1990. Secondo questo testo, e ad alcune condizioni, possiamo rateizzare fino all’80% della tassa di successione.

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