Tra luci, abiti sontuosi e ambienti glam si celano problemi diversi. Così da poter prendere in prestito il titolo di una celebre soap messicana del 1979, «Anche i ricchi piangono». Eccome! Infatti in questa sede prendiamo in considerazione il disturbo bipolare, vera canaglia che tormenta molti italiani e diverse persone famose.
I famosi di oggi e di ieri che dichiarano tale patologia
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Oggi prendiamo in considerazione il disturbo bipolare e testimonianze dal mondo dello spettacolo che cadono sul nome di Sara Tommasi, showgirl e modella. Ancora, Catherine Zeta-Jones, Mariah Carey e nel passato ci imbattiamo (tra gli altri) nei nomi di Michelangelo, Caravaggio e Van Gogh. La Tommasi pare scopra tale disturbo di recente e lei stessa ne fa menzione pubblicamente. Dapprima pare abbia difficoltà ad accettare il tutto, poi piano piano riesce a conciliarsi con sé stessa e quindi accoglie tale aspetto di sé. Dichiara di stare meglio e di riuscire a fare progetti professionali e relativi alla sua vita privata. Grazie ad un percorso mirato, oggi riesce a pensare in prospettiva e in modo positivo.
Disturbo bipolare e testimonianze dal mondo dello spettacolo, cosa dice la scienza
Per questa e per altre patologie si consiglia sempre una consulenza medica e specialistica. E diventa fondamentale seguire con costanza la terapia e le indicazioni del medico. Pare che al momento non siano assolutamente certe le cause di questa patologia. Queste potrebbero essere di tipo ereditario, ma anche relative ad uno squilibrio di alcuni neurotrasmettitori. A volte il disturbo potrebbe insorgere dopo uno o più eventi particolarmente stressanti o drammatici. Tuttavia un nesso di causalità ad oggi non pare essere certo. Tra i sintomi più evidenti ci sono la depressione e la mania. E l’appellativo bipolare fa riferimento a due estremi: la tristezza acuta che si alterna a momenti di grande energia e vitalità.
Il valore della testimonianza
Mariah Carey e Catherine Zeta-Jones, al pari dell’italiana Sara Tommasi, tempo fa hanno dichiarato che avrebbero accettato la patologia dopo alcuni mesi dalla diagnosi. Oggi non provano più sensi di colpa, sono in contatto con medici specialisti e ne parlano apertamente. La testimonianza di tali rivelazioni trova giustificazione nel fatto che esse possano essere d’aiuto e da invito alla consulenza specialistica per tutti quanti ne soffrono. Un modo corretto per provare a stare e vivere meglio.
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