Diritto all’oblio e alla privacy sui motori di ricerca, non è scontato come credi: ecco quando non è possibile sparire completamente da Google

diritto oblio

Il diritto all’oblio, letteralmente, è il diritto ad essere dimenticati. Tecnicamente, è il diritto a non restare esposti, a tempo indeterminato, alle conseguenze dannose che, sul proprio onore o reputazione, hanno fatti commessi in passato. Si deve trattare, naturalmente, di vicende nelle quali si è rimasti coinvolti e che sono divenute oggetto di cronaca, in quanto reputate di interesse pubblico.

Rispetto a questo interesse pubblico all’informazione sul fatto reso noto, il diritto all’oblio si pone agli antipodi. Esso, infatti presuppone che il predetto interesse sia venuto meno e che quindi possa essere ripristinato il diritto alla tutela della propria sfera privata. In questo senso, il diritto di cronaca lascerebbe il passo a quello all’oblio. Ciò in quanto un determinato accadimento può tornare ad essere privato quando perde qualsiasi utilità per l’interesse pubblico. Il che si verifica, ad esempio, quando il fatto sia stato già conosciuto ed assimilato dalla comunità ed è decorso un certo lasso di tempo.

Regolamentazione

Previsioni e raccomandazioni degli analisti su Google-Foto da pixabay.com

Il diritto all’oblio è regolamentato a livello comunitario e precisamente nel regolamento GDPR, entrato in vigore il 25 maggio 2016. Esso, è stato attuato in Italia con legge n. 101/2016. Ivi è previsto che ogni interessato ha diritto di ottenere dal titolare del trattamento la cancellazione dei propri dati personali, senza ingiustificato ritardo. Tale diritto, tuttavia, viene meno quando la diffusione di determinate informazioni sia necessaria per l’esercizio del diritto alla libertà di espressione e di informazione.

Altre eccezioni sono, inoltre: l’adempimento di un obbligo legale, l’esecuzione di un compito svolto nel pubblico interesse o nell’esercizio di pubblici poteri. Ancora, vi sono: i motivi di interesse pubblico nel settore della sanità pubblica, i fini di archiviazione nel pubblico interesse, di ricerca scientifica, storica o statistici. Poi, altre eccezioni sono date  dall’accertamento, esercizio o difesa di un diritto in sede giudiziaria.

Come ottenere la cancellazione delle informazioni dal canale Google

Naturalmente, il danno più ampio all’ onore e alla reputazione deriva dalle informazioni contenute nei canali di ricerca. Esse, infatti, viaggiando on line, sono sempre disponibili e non vincolate al supporto cartaceo, che è per definizione perdibile e perituro. Pertanto, il maggiore interesse del danneggiato sarà connesso alla cancellazione dei dati dai motori di ricerca, primo tra i quali Google.

Quindi, bisogna sapere che la richiesta di cancellazione va fatta compilando un modulo online, messo a disposizione dallo stesso motore di ricerca. Essa deve essere corredata della specificazione dei motivi a supporto e di un documento di identità.

Certamente, la cancellazione delle informazioni dannose non è immediata né, tanto meno, automatica. Inoltre, l’eliminazione della notizia da Google non comporterà anche la cancellazione dagli altri motori di ricerca, per i quali occorre una domanda a parte. Con ciò possiamo concludere che il diritto all’oblio non ha la stessa forza e garanzia di tutela che caratterizzano il diritto alla privacy.

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