Differenza tra conto deposito e conto corrente e dove si guadagna di più

conto corrente cointestato

Dove depositarli e investirli. In genere la naturale destinazione è il conto corrente, ma spesso si sente parlare di conto deposito, generando non poca confusione.

Facciamo luce al riguardo e vediamo qual è la differenza tra conto deposito e conto corrente e dove è maggiore la possibilità di guadagnare più interessi.

A cosa serve realmente il c/c?

Per comprendere le differenze tra i due prodotti possiamo vedere anzitutto quali sono le finalità per cui essi nascono.

Il c/c (bancario o postale) è un formidabile strumento di gestione del denaro, identificato agevolmente dalle coordinate bancarie IBAN. Il correntista che lo apre deposita e preleva il denaro presso l’intermediario, che lo custodisce per conto del primo.

Inoltre eroga i servizi come l’accredito della pensione o dello stipendio, riceve gli incassi e gestisce gli addebiti diretti e i bonifici in entrata e uscita. Il c/c è inoltre la base di appoggio di altri prodotti finanziari accessori come il libretto degli assegni e la carta di credito e debito.

Insomma, se non ci fosse andrebbe sicuramente inventato considerato la sua utilità diretta e indiretta in molte faccende umane. Tuttavia, la stragrande maggioranza di questi conti oggi è infruttifera, cioè non prevede rendimenti attivi sulla giacenza.

Quali sono gli obiettivi di un conto deposito?

L’esatto contrario avviene invece per il conto deposito (CD), detto anche conto di liquidità. Il prodotto remunera il deposito con discreti interessi, anche se oggi i rendimenti maggiori li offre un altro prodotto concorrente. Di contro consente di effettuare poche operazioni dispositive verso il conto d’appoggio, di norma il c/c tradizionale. Le operazioni ammesse, infatti, sono in genere quelle di accredito e prelievo da e verso il conto d’appoggio.

Sul mercato esistono varie tipologie di CD tra cui potenzialmente scegliere. Con e senza vincolo di deposito (i primi sono più remunerativi dei secondi), a 3, 6, 12, 15, 18, etc. mesi, con l’imposta di bollo pagata dall’intermediario o no, e così via.

Nonostante i discreti rendimenti offerti, per gli esperti il prodotto è perfetto solo per parcheggiare la liquidità nel breve-medio periodo. Ancora, non bisognerebbe mai approcciare allo strumento secondo la logica dell’all-in, specie se il deposito è di una certa consistenza.

Differenza tra conto deposito e conto corrente e dove si guadagna di più

A questo punto la differenza tra le due soluzioni dovrebbe essere alquanto chiara. Mentre il c/c è un perfetto strumento di pagamento, il CD rientra nella categoria dei prodotti di investimento.

Cioè il primo serve per pagare e incassare e rappresenta l’evoluzione naturale del nostro portafoglio. Il secondo serve per investire a breve termine e a basso rischio e guadagnare sui soldi eccedenti le ordinarie esigenze. Insomma, è l’evoluzione del vecchio e caro porcellino dove mettere i risparmi.

Oltretutto, mentre il c/c è di norma oneroso il secondo lo è molto meno. Sul conto corrente gravano le commissioni di gestione, l’imposta di bollo sopra certe soglie e l’inflazione per intero. Il CD in genere non prevede costi di apertura, gestione e chiusura finale. Si applicano solo le ritenute fiscali sugli interessi (26%) e l’imposta di bollo sul deposito del 2X1.000, salvo promozione dell’intermediario. Quanto all’inflazione, tutto dipende dal particolare momento storico di riferimento.

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