Di quanto aumentano le pensioni degli insegnanti per ogni anno di contributi INPS in più?

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Non sempre conviene abbandonare la carriera lavorativa con qualche anno di anticipo rispetto ai requisiti anagrafici della pensione di vecchiaia. L’anticipo pensionistico potrebbe determinare una rilevante riduzione dell’assegno mensile proprio in riferimento all’età in cui si richiede il trattamento previdenziale. In un precedente articolo troverete risposta alla domanda “A quanto ammontano le pensioni INPS 2021 con meno di 40 anni di contributi?”. Conviene ricordare che ad una maggiore anzianità contributiva corrispondono assegni più corposi perché ovviamente aumenta il montante assicurativo. Quali tagli ed eventuali penalizzazioni subisce invece il lavoratore che decide ad esempio di abbandonare l’impiego all’età di 62 o 64 anni? E, al contrario, di quanto aumentano le pensioni degli insegnanti per ogni anni di contributi INPS in più?

La preoccupazione più grande riguarda pur sempre l’importo dell’assegno pensionistico e se lo stesso assicurerà un tenore di vita simile al precedente. Si teme infatti che col sopraggiungere della vecchiaia possano aumentare le spese a causa di un peggioramento delle condizioni di salute. Ricevendo un rateo pensionistico di importo modesto riuscirebbe difatti difficoltoso far fronte ad eventuali costi di assistenza sanitaria. Trattenersi al lavoro potrebbe rivelarsi la scelta vincente per chi ambisce ad assegni previdenziali in grado di assicurare risorse economiche sufficienti. Si conferma pertanto importante capire di quanto aumentano le pensioni degli insegnanti per ogni anno di contributi INPS in più.

Di quanto aumentano le pensioni degli insegnanti per ogni anno di contributi INPS in più?

Chi anticipa il momento del pensionamento non subisce penalizzazioni perché non cambiano i sistemi di calcolo per determinare l’assegno spettante. Più semplicemente si individuano riduzioni in modo erroneo perché non si considera che il rateo mensile aumenta in riferimento al requisito anagrafico. Più è giovane l’età del docente che va in pensione, più si riduce la somma di denaro che l’INPS liquida con cadenza mensile. Per capire di quanto aumentano le pensioni degli insegnanti per ogni anno di contributi INPS in più occorre formulare ipotesi.

Analizziamo la situazione di un docente che va in pensione con il sistema retributivo e, in parte, con quello contributivo che si conferma meno vantaggioso. Se percepisce la retribuzione mensile corrispondente alla classe 28, possiede 38 anni di contributi e a 62 anni abbandona il servizio percepirà 1.690 euro di pensione. A parità di classe stipendiale, ma con 39 anni di contribuzione riceverà un assegno pensionistico pari a 1.750 euro se va in pensione a 63 anni. Nel 2022 al compimento di 64 anni, con un’anzianità assicurativa di 40 anni e con lo scatto alla classe 35 percepirà un rateo di 1.840 euro. In sostanza, dalle ipotesi finora in esame si deduce che nell’arco temporale 2020/2026 vi sarebbe un aumento di 60-65 euro mensili per ogni anno di età e di contributi.

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