Sul reddito di cittadinanza le discussioni sono state da sempre feroci. Tra chi era a favore della misura e chi era contrario. Polemiche inasprite adesso dal cambio di Governo, con l’attuale esecutivo Meloni che da sempre ha avuto un approccio negativo per la misura. Il reddito di cittadinanza è stato varato nel 2019 con un Decreto unicum insieme alla Quota 100. Il sussidio contro la povertà era e resta un cavallo di battaglia del Movimento 5 Stelle. Infatti fu nel primo Governo Conte, quello guidato dal M5S e dalla Lega a varare la misura. E la Quota 100, cavallo di battaglia della Lega, fu il pegno da pagare per completare l’operazione. Di Maio fuori dalla politica, potrebbe prendere lui il suo amato reddito di cittadinanza?
All’epoca erano Luigi Di Maio e Matteo Salvini gli esponenti di spicco di quel Governo. Entrambi Vicepremier del Presidente del Consiglio di allora, Giuseppe Conte. Ma se Salvini adesso è ancora in Parlamento, con un ruolo da Ministro del nuovo Governo di Centrodestra, Luigi Di Maio, che è stato anche Ministro degli Esteri del Governo Draghi, dopo aver lasciato il M5S non è stato eletto. E con ironia c’è chi sostiene che adesso, essendo disoccupato potrebbe rientrare tra i beneficiari della misura.
Di Maio fuori dalla politica diventa potenzialmente beneficiario del reddito di cittadinanza?
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Sarà anche una semplice provocazione quella relativa a Di Maio fuori dalla politica, che adesso rientra nella misura a lui tanto cara come a tutti i grillini. Ma serve per approfondire il campo di una misura che ha delle problematiche che nessuno può negare. E sono problematiche insite nel meccanismo della misura. Il reddito di cittadinanza serve a soggetti e famiglie in evidente stato di bisogno reddituale ed economico. Infatti si tratta della principale misura di contrasto alla povertà mai varata nel nostro Paese. Il parametro principale di riferimento delle misura era e resta l’ISEE. Ma per forza di cose l’ISEE deve fare riferimento all’ultimo anno fiscale, reddituale e di imposta, già chiuso definitivamente. Che è quello dei due anni precedenti quello in cui si presenta domanda del RDC. In pratica per prendere il sussidio oggi serve non superare 9.600 euro di ISEE, ma nell’anno 2021. Il che rende poco idoneo a coprire problematiche odierne per quelle famiglie che nel 2021 stavano meglio.
Chi nel 2021 non aveva problemi adesso viene escluso dal sussidio
L’esempio di Luigi Di Maio è lapalissiano. Per assurdo e ripetiamo, solo per provocazione, Luigi Di Maio oggi disoccupato, non potrebbe prendere il sussidio perché nel 2021 lavorava ed aveva redditi (era Parlamentare della Repubblica oltre che Ministro). Purtroppo il reddito di cittadinanza così come l’ISEE, guarda troppo indietro nel tempo. Anche se è possibile presentare l’ISEE corrente sostituendo il 2021 con il 2023, le problematiche restano. Per esempio ad oggi non è possibile chiedere l’ISEE corrente per chi tra 2021 e 2023 ha eroso soldi in banca. Chi aveva oltre 6.000 euro in banca nel 2021, non può ottenere il reddito di cittadinanza nonostante oggi i soldi in banca non ci sono più. L’ISEE corrente per variazioni patrimoniali non potrà essere ottenuto dai contribuenti se non dal mese di aprile. E visto che la misura cesserà di esistere il 31 dicembre 2023, è evidente che nella migliore delle ipotesi il sussidio finirebbe con l’essere preso solo per pochi mesi nel 2023 (probabilmente solo da maggio o da giugno a dicembre).