I Dazi di Trump hanno innescato una strana “corsa all’acquisto” di prodotti cinesi direttamente “alla fonte”, e l’App DHgate è diventata popolare da un giorno all’altro.
Forse molti conoscono già Shein o Alibaba, i marketplace cinesi dove si possono acquistare abiti, accessori, gioielli, articoli per la casa, di elettronica di consumo e molto altro a prezzi molto competitivi. Ma l’App DHgate è relativamente poco nota. O almeno lo era fino ad oggi. In una sorta di “risposta alle tariffe” del Presidente Trump, nell’arco di pochi giorni DHgate si è ritrovata al secondo posto tra quelle più scaricate, guadagnando 350 posti in un balzo unico nel suo genere. L’improvviso successo di questa piattaforma e-commerce sembra sia dovuto ai Dazi che hanno spaventato i consumatori, spingendoli a cercare il risparmio buypassado le tariffe. Ma la domanda sorge spontanea: è davvero conveniente, e sicuro, agire sulla base di quest’impulso?
Acquisti su DHgate sono sicuri? Come funziona l’App
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DHgate è un e-commerce cinese proprio come molti altri, e si utilizza per fare acquisti online, da cellulare oppure da browser. Proprio come le sue “sorelle”, la piattaforma offre le consuete misure di sicurezza per proteggere i dati degli utenti. E proprio come per tutti i siti internet, il rischio zero non esiste.
Quindi fare shopping su DHgate equivale a esporsi come per qualsiasi altro acquisto e si possono prendere provvedimenti preventivi ad esempio preferendo PayPal o altri metodi di pagamento che offrono garanzie di rimborso o intermediazioni per ovviare a eventuali problemi nelle transazioni. La vera domanda è però se scegliendo DHgate si risparmia davvero, e se si possono evitare i Dazi applicati alle merci che provengono dalla Cina.
Il marketplace è noto per offrire – tra gli altri prodotti – imitazioni di brand famosi oppure oggetti senza marchio molto simili a quelli dei marchi “occidentali” che se originali hanno prezzi altissimi. Al tempo stesso, però, non è garantita la qualità. Chi acquista su questo tipo di piattaforma, proprio come su altre simili, deve sapere che i prodotti finali non vantano certo l’eccellenza artigianale. Inoltre i Dazi vengono applicati ugualmente, e sebbene vi siano ancora incertezze su quantità/minimi soggetti alle tariffe, il consumatore rischia di ritrovarsi con un sovrapprezzo che vanifica il risparmio.
Non solo: proprio DHgate, a causa dell’improvvisa popolarità e aumento degli ordini, ha rilasciato un avviso in cui annuncia potenziali ritardi nelle consegne. Probabilmente i vertici dell’azienda effettueranno modifiche strategiche con lo scopo di soddisfare comunque l’ampia clientela. Nel mentre, chi decide di affidarsi all’App per fare shopping ha sicuramente modo di spendere poco, perché le tariffe non dovrebbero incidere molto sul prezzo finale (il ricarico è così ampio che può assorbirle) ma al tempo stesso non deve illudersi di poter “aggirare” le normative vigenti.