Il Decreto Rilancio, di cui tanto si parla negli ultimi giorni, sta diventando il pensiero fisso di tutti gli italiani. Esso apporterà una serie di benefici ampliativi rispetto al Decreto Cura Italia, per contrastare, in maniera ancor più decisa, l’impatto catastrofico legato alla pandemia. Unitamente alle misure rafforzate per imprese, famiglie, lavoratori, detto decreto realizzerà anche la semplificazione delle procedure, fortemente auspicata nella prima fase.
A tal uopo, il decreto Rilancio sembra abbia ipotizzato una sorta di autocertificazione omnibus. Trattasi di una procedura semplificata, fino a dicembre 2020, per richiedere bonus o agevolazioni alla pubblica amministrazione. Sono previste, tuttavia, pesanti sanzioni se si dichiara il falso o in caso di errore.
Le previsioni del decreto Rilancio
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La proposta è contenuta nella bozza del nuovo decreto e riguarda i procedimenti verso la pubblica amministrazione. In particolare, si riferisce a tutti i procedimenti amministrativi, avviati nei confronti delle p.a., riguardanti domande aventi ad oggetto agevolazioni fiscali, finanziarie e del lavoro. Rispetto ad essi, un’unica autocertificazione, potrebbe sostituire ogni documento, anche in deroga ai limiti previsti dagli stessi o dalla normativa di settore.
Grazie ad essa, verranno asseverati da autodichiarazione tutti i requisiti soggettivi ed oggettivi richiesti dalla normativa di riferimento. In sostanza, una procedura semplificata per richiedere molti degli aiuti previsti per imprese e famiglie in difficoltà, quindi bonus e contributi statali. Da chiarire se detta autodichiarazione omnibus varrà soltanto per il periodo occorrente a coprire l’emergenza sanitaria o sostituirà definitivamente quella ordinaria.
Sanzioni più pesanti in caso di errori o false dichiarazioni
Tuttavia, il vantaggio della semplificazione sarà controbilanciato da un pesante inasprimento delle sanzioni penali e civili. Nel caso in cui dovessero ricorrere informazioni mendaci, infatti, le sanzioni ordinarie sono aumentate da un terzo fino alla metà. Inoltre, in caso di sentenza passata in giudicato, che accertasse la sussistenza del reato corrispondente, si avrebbe un’altra conseguenza. Cioè, si aggiungerebbe l’obbligo di restituire all’Amministrazione erogante le somme già ricevute in accoglimento dell’istanza, maggiorate del cinquanta per cento.
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