Demenza e declino cognitivo sono condizioni che, generalmente, colpiscono persone in età avanzata, ma non sono certo le uniche. Infatti, sebbene i disturbi legati alla sfera cognitiva siano associati alla senilità, anche alcune scelte di vita potrebbero incidere sulla loro insorgenza.
Patologie cognitive potrebbero essere ricondotte anche a stili di vita sbagliati e poco salubri. Al pari del rischio di infarti e patologie neoplastiche, un’alimentazione errata, abuso di alcol e fumo e scarsa attività fisica potrebbero favorire la comparsa di demenza e Alzheimer anche nei soggetti più giovani.
Pertanto torna attuale più che mai l’invito alla prevenzione e controllo sui fattori di rischio e porre l’attenzione ai potenziali sintomi che potrebbero rivelare demenza.
Tuttavia, sembra che la scienza stia valutando l’effetto di alcuni trattamenti grazie ai quali declino cognitivo e demenza potrebbero essere allontanati.
Un tabù ancora troppo diffuso
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Una recente ricerca dell’UCL Psychiatry di Londra ha voluto valutare le modalità di cura di questi disturbi che spesso portano ad ansia e depressione.
Sebbene spesso sentiamo dire che non vi sia una cura effettiva per patologie legate al cervello, lo studio ha valutato gli effetti di cure alternative.
Gli antidepressivi, infatti, sebbene impiegati come argine per malattie cognitive non sembrerebbero dare sempre gli effetti desiderati. Al contrario, l’utilizzo di psicofarmaci potrebbe addirittura scatenare effetti collaterali negativi e controproducenti.
Ecco perché il gruppo di studio londinese ha scelto di indagare su trattamenti alternativi. Come riporterebbero le pagine di Fondazione Veronesi, lo studio vorrebbe valorizzare l’utilizzo di terapie psicoterapiche a fronte di quelle farmacologiche.
Declino cognitivo e demenza potrebbero essere allontanati con questo comune trattamento ancora poco considerato
Come detto, malattie della sfera cognitiva portano a condizioni di ansia e depressione che peggiorano ulteriormente la vita del soggetto.
Queste, infatti, riducono l’indipendenza del malato aggravandone ulteriormente la qualità della vita. Eppure lo studio condotto su 2.600 persone affette da demenza affermerebbe come, in alternativa ai farmaci, le terapie psicoterapiche siano maggiormente efficaci.
Dallo studio sarebbe emerso come le cosiddette “terapie della parola” riuscirebbero non solo a diminuire sintomi depressivi ma anche a rendere più indipendente il soggetto demente.
Pertanto la ricerca è stata orientata a voler eliminare il preconcetto secondo cui la psicoterapia sarebbe inutile per soggetti affetti da demenza, esaltandone gli effetti.
Buone abitudini
A seguito degli incoraggianti risultati, il gruppo di studiosi ha richiesto un maggior investimento in questo tipo di trattamenti. Tuttavia, come detto in principio, rimangono imprescindibili azioni di prevenzioni. Attenzione dunque all’alimentazione, a mantenere il cervello attivo con la lettura, attività fisica e ad alcuni fattori esogeni come l’inquinamento.
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