Sapere se un personaggio pubblico del passato o del presente è di destra o di sinistra è un argomento che interessa sempre gli italiani. Lo dimostra il fatto che il dibattito è stato nuovamente protagonista negli ultimi mesi coinvolgendo persino il padre della lingua italiana.
A prescindere dal fatto che molte idee possano essere considerate sorpassate, una classificazione rimane attuale in Italia. Nei social, nei quotidiani e nei programmi televisivi di approfondimento se ne continua a discutere. Essere di Destra o di Sinistra. Vediamo il perché.
Il Ministro della Cultura ha affermato che Dante Alighieri è il fondatore del pensiero di Destra del nostro Paese. L’affermazione ha acceso gli animi e la discussione ha preso il via per l’ennesima volta. Cosa c’è alla base dell’affermazione fatta dal Ministro? Probabilmente il fervore con cui il poeta immaginava l’Italia unita grazie ai valori della Chiesa Cattolica e della sua spiritualità. Il Cristianesimo è un elemento su cui si fonda la cultura europea e Dante può essere considerato un visionario nel senso positivo del termine. Anticipò in maniera lucida la critica al Capitalismo e all’operato dei banchieri e dei mercanti che diventerà centrale dopo il 1942.
Un sogno, una speranza
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Dante, Petrarca e Boccaccio sono considerati i maestri della nostra cultura non solo per la qualità delle loro opere. La loro capacità di anticipare i tempi e tracciare una via alla critica sociale ha portato la nostra cultura a fare un passo decisivo verso la modernità. Dante aveva capito in tempi non sospetti che il denaro avrebbe sovrastato gli altri valori. Relazioni umane e natura ne avrebbero sofferto non poco. Ci avvertì parlando della selva oscura e la sua spiritualità è andata oltre le distinzioni di Destra e Sinistra. Ha riguardato tutti e ha anticipato la filosofia della non violenza di Gandhi. Rimangono i valori dell’unità del Paese e dell’identità da molti considerati elementi caratteristici della Destra e che oggi portano a riflessioni riguardanti la Società Civile. Siamo un Paese unito sulla carta ma non sempre lo siamo nei comportamenti.
Anche Petrarca aveva uno spirito nazionalista convinto. La sua canzone Italia mia esortava Visconti e Gonzaga a seppellire i rancori per salvare la Patria dall’invasore. Così come per Dante anche per Petrarca l’unità territoriale del Paese era un sogno da perseguire. Le loro esortazioni sono state riprese in diversi momenti storici successivi. I loro desideri erano autentici e puri, questo è il vero motivo per cui il dibattito continua a rimanere attuale. I loro capolavori continuano a rappresentarci e nascondono scoperte e insegnamenti di cui non possiamo fare a meno.
Dante, Petrarca e Boccaccio diversità e laicità
Probabilmente Boccaccio è più laico rispetto a Dante e Petrarca e questo fa si che il suo nome entri in gioco di meno durante certi dibattiti. L’architettura narrativa è ai massimi livelli per tutti e tre ma con caratteristiche differenti. Boccaccio cercava di conciliare la cultura alta e latina degli studiosi con quella volgare dell’intrattenimento. Per questo si allontana da certe dispute politiche.
Eppure c’è tanta politica anche nell’arte dell’intrattenimento. Se la letteratura non deve solo insegnare ma anche emozionare, Boccaccio può guidarci senz’altro nei tempi più bui della nostra Storia. Dopo un conflitto è molto difficile continuare a sperare che l’arte possa salvarci. Eppure i messaggi che questi personaggi ci hanno lasciato diventano ancora più importanti nei momenti difficili vissuti dalla comunità. Forse è riduttivo limitarli a un solo campo politico, il loro insegnamento va oltre e non smette mai di illuminarci. Anche in questi nostri giorni così complicati.