A pochi giorni dall’insediamento, infuriano già le polemiche sul nuovo Governo italiano per quel che riguarda la politica fiscale. Dall’introduzione del quoziente familiare all’obiettivo di abbattere il cuneo fiscale di ben cinque punti nella prossima legislatura. E se da un lato il Presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha assicurato una lotta serrata all’evasione fiscale, dall’altro è spuntata una proposta di legge della Lega che mira ad alzare il tetto dei pagamenti in contanti a ben 10.000 euro.
Su questa soglia ci sono già delle voci di corridoio per cui il tetto al contante sarà innalzato, ma non portato a 10.000 euro. Che sembra essere palesemente un limite non solo troppo alto, ma potenzialmente in grado di incentivare gli illeciti finanziari. Ed il tutto fermo restando che proprio la leader di FdI, al pari di Matteo Salvini, ritiene in ogni caso che il tetto al contante non sia correlato con l’evasione fiscale.
Dalla tregua fiscale alla guerra a chi evade le tasse, le contraddizioni del nuovo Governo
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I detrattori del Governo Meloni scommettono, già per il 2023, su un sensibile calo delle entrate erariali. Ciò avverrebbe per effetto di una politica fiscale contraddittoria tra la lotta all’evasione fiscale e le agevolazioni verso chi le tasse non le ha pagate.
Dalla tregua fiscale, annunciata dal Premier, si potrebbe infatti arrivare ad una sorta di condono a detta di molti. Con conseguenti ripercussioni negative per le finanze pubbliche. Ed in tal caso, dopo questi provvedimenti, se adottati, il Governo di centrodestra per far quadrare i conti potrebbe essere costretto ad alzare le tasse. Ovverosia a fare delle scelte che il centrodestra ha sempre bollato come scelte di sinistra.
Perché è vero che la tregua fiscale viene in soccorso dei cittadini e delle piccole imprese che, in questi anni di crisi tra Covid prima e guerra dopo, sono impossibilitati a versare le imposte. Ma dall’altro per l’Erario gli incassi vengono differiti, mentre il FMI già vede l’Italia, e non solo, in recessione tecnica nel corso del 2023.
Dalla Legge di Stabilità alla lotta all’inflazione, l’esecutivo Meloni alla prova del fuoco
Ed il tutto fermo restando che, senza uno scostamento di bilancio, che potrebbe essere visto negativamente dai mercati, la coperta è davvero corta. Ovverosia le risorse sono limitate anche in vista della prossima Legge di Stabilità. Non a caso sono in tanti a scommettere che gli interventi nella prossima manovra saranno solo quelli contro il caro bollette. E che ogni altra misura, promessa in campagna elettorale, sarà rinviata al 2023.
Ovverosia aspettando tempi migliori. Magari la fine del conflitto in Ucraina che potrebbe finalmente arrestare le spinte inflazionistiche. Al riguardo, non a caso, l’ISTAT ha reso noto che, in base ai dati provvisori, nel corrente mese di ottobre 2022 in Italia l’inflazione su base annua è aumentata dell’11,9%. Una vera e propria impennata choc per il carovita visto che, nello scorso mese di settembre del 2022, l’inflazione su base annua era cresciuta dell’8,9%.
Anche ad ottobre 2022, aspettando i dati ISTAT definitivi, l’inflazione in Italia è cresciuta a causa dell’impennata dei prezzi dei beni energetici, con a seguire i prezzi dei generi alimentari. Come per dire, le bollette ed il cibo nel nostro Paese sono sempre più cari.