La rivoluzione è servita, nel senso che ormai l’addio al reddito di cittadinanza è definitivo e adesso si conosce pure la misura che prenderà il suo posto. Si chiama MIA, ovvero Misura di Inclusione Attiva. Cambia la card, che resterà lo strumento su cui l’INPS mensilmente erogherà il sussidio ai singoli e alle famiglie bisognose. Molto cambia tra le due misure, a partire dal fatto che allo stato attuale delle cose non sembra esserci traccia del surplus che mensilmente finiva sulla carta RDC come componente affitto o mutuo.
In altri termini, salvo novità che sicuramente faranno capolino nelle prossime settimane, una famiglia che vive in affitto o che sta pagando la rata del mutuo, è equiparata a chi ha casa di proprietà. A dire il vero un vincolo sulle case di proprietà è uscito nella nuova misura. Ma è un vincolo che pare inutile o quasi. Infatti non potranno percepire la MIA le famiglie che hanno una casa di proprietà che per valore catastale supera i 150.000 euro. Molto cambia dicevamo, soprattutto per il fattore che maggiormente interessa i cittadini. Parliamo naturalmente di cifre. Infatti gli importi della MIA sono nettamente più bassi rispetto alla misura che l’ha preceduta. Molto cambia da fascia a fascia però.
Dal reddito di cittadinanza alla MIA ecco le differenze strutturali della misura
Indice dei contenuti
Prima di tutto bisogna sottolineare che parliamo ancora di ipotesi, perché anche se c’è già la bozza del decreto che crea la MIA, sulla misura ci saranno sicuramente correzioni e ritocchi. Al momento però ciò che balza agli occhi è senza dubbio il cambiamento delle cifre. Perché per quanto riguarda i limiti di durata, soprattutto per i soggetti di età compresa tra i 18 ed i 59 anni e senza minorenni o invalidi in famiglia, il progetto del Governo Meloni è stato chiaro fin da subito.
Andavano limitate le fruizioni perenni del sussidio e il fatto che la misura diventava uno strumento che dissuadeva dal lavorare. E così che per i soggetti prima citati, dopo i primi 12 mesi di sussidio la misura può essere rinnovata solo per un’altra volta, e per soli 6 mesi. Dopo di che, una lunga pausa di un anno e mezzo. Ipotizziamo che da settembre un quarantenne entra nella nuova MIA. Prenderà il sussidio fino a settembre 2024. Poi un mese di pausa, nuova domanda e nuovo sussidio da novembre 2024 ad aprile 2025. Per lui nuova possibilità di prendere il sussidio solo a partire dal mese di novembre 2026.
Le vere cifre che spetterann e le differenze rispetto al reddito di cittadinanza
Cambiano la carte e le cifre con il MIA rispetto al reddito di cittadinanza. Importi che adesso vanno da 375 a 1.100 euro. Proprio sulle cifre le differenze dal reddito di cittadinanza alla MIA sono sostanziali. Per esempio il già citato quarantenne, o meglio, i soggetti attivabili al lavoro (età da 18 a 59 anni senza particolari problematiche di famiglia), se con zero altri redditi prenderanno solo 375 euro. Con il reddito di cittadinanza questi soggetti prendevano 500 euro di integrazione al reddito e in caso di casa in affitto altri 280 euro per un totale di 780 euro al mese.
Parlare di stretta sulle cifre non è esercizio azzardato. Senza considerare il taglio dei 280 euro di affitto imputato, due soggetti attivabili prenderanno 525 euro anziché 700. Così come una famiglia composta da entrambi i genitori con figli, perderà 50 euro di sussidio a figlio. Da 800 a 750 con un figlio, da 900 a 800 con due figli e così via. Solo famiglie composte da over 60, o con invalidi, avranno le medesime cifre del reddito di cittadinaza, anche se sempre senza più prendere il surplus dell’affitto se presente. La cifra massima sarà di 1.100 euro appannaggio di famiglie composte da 4 adulti con disabili, ed in questo caso nulla cambia rispetto al reddito di cittadinanza.