Gli assegni previdenziali che un soggetto anziano riceve ogni mese potrebbero essere particolarmente bassi. Non sono pochi i contribuenti che devono risparmiare ogni giorno per pagarsi spese alimentari e utenze domestiche. Proprio nell’età in cui si è più vulnerabili potrebbe infatti accadere di dover fare i conti con la mancanza di denaro. Le più colpite dalla precarietà economiche potrebbero essere le donne che non hanno mai lavorato fuori casa.
Inoltre nelle famiglie monoreddito raramente si riesce ad accumulare soldi per le esigenze della terza età. A peggiorare la situazione potrebbe intervenire il decesso del titolare di pensione. In tal caso al coniuge superstite spetta una percentuale degli assegni pensionistici del defunto. In base alle condizioni reddituali del vedovo o della vedova si potrebbe anche ottenere fino a 655 euro in più ogni mese dall’INPS.
Ad alcuni contribuenti inoltre spettano dal primo del mese pensioni di reversibilità più alte in presenza di specifici requisiti. L’aumento degli importi dipende da alcune condizioni che riguardano il reddito e la composizione del nucleo familiare. Pertanto la presenza di figli fiscalmente a carico determina l’innalzamento della quota spettante. I nostri esperti hanno già indicato ai Lettori a chi spetta l’80% e il 100% della reversibilità. La percentuale di assegno pensionistico potrebbe infatti diminuire con il venir meno di alcune condizioni.
L’ammontare delle spettanze infatti cambia quando i figli concludono la carriera universitaria o raggiungono l’indipendenza economica. Inoltre ci si potrebbe chiedere se ha comunque diritto agli assegni di reversibilità anche il coniuge che ancora lavora. E, in caso affermativo, se il rateo pensionistico si riduca per chi percepisce redditi da lavoro.
Dal primo del mese pensioni di reversibilità più ricche a vedove di oltre 67 anni inviando questa domanda
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Per buona sorte dei coniugi superstiti esiste l’opportunità di cumulare più redditi. Di conseguenza, la percezione di altre entrate non compromette il diritto al trattamento previdenziale. Ciò accade anche nel momento in cui il coniuge superstite accede alla pensione di vecchiaia. Il lavoratore che compie 67 anni e possiede almeno 20 anni di contributi INPS può infatti inoltrare domanda di pensionamento. In tal modo inizierà a percepire la pensione di vecchiaia dal primo giorno del mese successivo all’invio della richiesta.
Agli assegni di reversibilità si aggiungeranno pertanto quelli derivanti dal trattamento previdenziale di vecchiaia.
A partire dalla decorrenza del secondo trattamento pensionistico potrebbero pertanto aumentare le somme di denaro che l’INPS liquida. Ciò tuttavia solo nella misura in cui il cumulo dei due trattamenti non superi la soglia reddituale minima che per il 2022 è pari a 20.449,65 euro. A partire da tale limite e fino a 27.266,20 euro invece scatta la riduzione del 25% delle spettanze.